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Adam Resurrected

Regia di Paul Schrader vedi scheda film

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La recensione su Adam Resurrected

di Kurtisonic
8 stelle

Storia di Adam Stein, commediante ebreo sopravvissuto ai lager nazisti. La vicenda è divisa fra la vita di Adam nel 1961 in una clinica nel deserto israeliano dove sono ricoverati i reduci dei campi di sterminio che non hanno superato gli orrori dell'olocausto, e i flashback in b/n sul suo tragico passato al quale resta fortemente ancorato. Adam però è anche un "personaggio" dotato di brillantezza, intuizione, intelligenza spiccata, sensibilità, all'interno della clinica fa da collante fra operatori medici e pazienti di cui gode di ottima considerazione e libertà d'azione. Dovrà fare il suo mestiere fino in fondo, cioè superare l'istrionismo con cui si protegge, ritornare a sentirsi un essere umano come gli altri attraverso la rieducazione di un ragazzo che si crede un cane, ( cosa che Adam era costretto a fare nel lager per divertire l'ufficiale nazista che ne era a capo, interpretato da un ottimo Willem Dafoe ). Dunque Schrader connota politicamente una storia e un contenuto molto forte, all'interno di un film americano nella cornice  ma assai più stratificato nella sua globale  lettura. Il film elabora e interpreta attraverso la controversa figura di Adam (un Jeff  Goldblum adattissimo al ruolo) la posizione del moderno stato di Israele che coltiva  dentro di sè l'anima annichilita dalla tragedia che di fatto impedisce alla nazione e ai suoi abitanti di creare una società nuova e  più aperta verso gli altri. Tutta la rappresentazione ruota su Adam, sul personaggio Adam, sulle sue azioni, sui ricordi, sulla disomogeneità della sua vita fino a quando grazie al rapporto che lo unisce al ragazzo riuscirà a togliersi la maschera che lo difendeva dal peso schiacciante del passato. Schrader non cade e sarebbe facile, nel patetico e nell'eccesso melodrammatico, la narrazione resta sobria con riprese coinvolgenti che trasmettono un senso di commozione reale e umana che fa più pensare che a bagnare il fazzoletto. Sensazionale la chiusura del film, quando la normalità prende il sopravvento, la riflessione di Adam ha la forza di riaprire nuovamente tutto quello che la storia ha discusso fino a quel punto, che dimostra in fondo che l'arma più potente dell'uomo è il pensiero che sta nella testa di ognuno. Troppo sottovalutato, reso vergognosamente invisibile dalla distribuzione in sala.

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