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Diary of the Dead. Le cronache dei morti viventi

Regia di George A. Romero vedi scheda film

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La recensione su Diary of the Dead. Le cronache dei morti viventi

di Corinzio
9 stelle

Ho sempre adorato Romero, anche se non avevo grandi aspettative ed invece fu una sorpresa più che positiva: Diary of the dead non è soltanto un semplice esercizio di stile fine a se stesso, Romero non vuole riproporre la solita salsa al servizio delle nuove tecnologie e nuove mode (iniziata con The Blair witch preject e proseguita con i vari Rec, Cloverfield ecc.), ma innesca un discorso proprio sul loro uso, sul come la rappresentazione oggettiva della realtà possa essere sempre e comunque manipolata oppure perdersi e confondersi nel mare di filmati nei blog o su youtube dove vengono proposte le proprie visioni della realtà senza però riuscire a determinare quale sia quella vera, se mai ce ne fosse una. Se c'è un film a cui mi sentì di accostarlo a suo tempo, anche per l'infelice destino distributivo italiano, è Redacted di Brian De Palma fra l'altro dello stesso anno (il 2007) di Diary. Ma se il film di De Palma è più estremo nel moltiplicare i punti di lettura e per certi versi più accattivante di Diary, l'ultimo film di Romero è più lineare e più convenzionale di Redacted. Certamente all'interno della saga dei morti viventi ha il pessimismo assoluto di Night of living dead: non c'è via d'uscita, non c'è più speranza per un umanità che in fondo non merita di sopravvivere. Il film ha un budget ridotto, gli zombi non sono tanti ma sono ben centellinati e non manca nè la tensione, nè soprattutto un senso di angoscia che ti prende nel profondo. Gli attori, quasi tutti sconosciuti, sono efficaci nei loro ruoli pur mancando, penso volutamente, un certo approfondimento psicologico: sono ragazzi che assistono in diretta al disfacimento del proprio mondo, spaesati dal flusso di immagini che non riescono a codificare e nel caso del film-maker, arroganti nella presunzione di essere utile a qualcosa ("72.000 contatti in 8 minuti"). Complimenti ancora a Romero, anche all'interno di modelli narrativi abusati, riesce a rinnovarsi e a dire qualcosa di nuovo.

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