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Francesca

Regia di Bobby Paunescu vedi scheda film

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La recensione su Francesca

di FilmTv Rivista
8 stelle

Francesca è una giovane maestra d’asilo che sogna di emigrare in Italia. Nell’ostinata ricerca di una vita migliore, è pronta ad affrontare qualsiasi ostacolo, anche i dubbi e le preoccupazioni delle persone a lei vicine. Il piano è che Mita, il suo ragazzo, la raggiunga in Italia appena concluso un affare in cui è coinvolto. Le cose però prendono una brutta piega, portando alla luce dolorose verità. Presentato alla Mostra di Venezia 2009 (nella sezione Orizzonti) tra feroci polemiche causate da una battuta contenuta nel film contro Alessandra Mussolini e il sindaco di Verona messa in bocca al personaggio del padre di Francesca, il debutto nel lungometraggio di Bobby Paunescu nasce da un drammatico fatto cronaca: il 30 ottobre 2007 nei pressi della stazione ferroviaria di Tor di Quinto a Roma, una donna di 47 anni, Giovanna Reggiani, viene rapinata, violentata e uccisa da Nicolae Romulus Mailat, cittadino romeno di 24 anni, con precedenti penali nel suo Paese risalenti a una reclusione nel carcere minorile già all’età di 14 anni. Quando Paunescu (infanzia e adolescenza trascorse in Italia) seppe della notizia si trovava a Bucarest, in uno studio televisivo dove era atteso anche il Presidente della Repubblica. Era chiaro che l’evento avrebbe avuto ripercussioni sulla popolazione romena residente in Italia, ovvero 1 milione e 400 mila persone, di cui 3 mila (dicono le stime) individui a rischio, qualche volta attratti dal fatto che in Romania le leggi penali sono più rigide e la repressione contro il crimine più dura. Questo per dire che non ci troviamo di fronte solo alla denuncia sugli ambigui traffici d’emigrazione che ogni giorno attraversano l’Europa, ma soprattutto a una acuta riflessione sulla crisi d’identità che attraversa la società contemporanea dei Paesi ex comunisti, senza più punti di riferimento né valori. Una riflessione sviluppata con uno stile asciutto guidato da una cinepresa fermissima (rari i movimenti di macchina), a sottolineare uno sguardo lucido e netto. Da seguire con gli occhi fissi sullo schermo gli ultimi dieci minuti: un pezzo di cinema che non si dimentica.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 47 del 2009

Autore: Aldo Fittante

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