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Codice Genesi

Regia di Albert Hughes, Allen Hughes vedi scheda film

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La recensione su Codice Genesi

di Stuntman Miglio
6 stelle

Il mondo come lo conosciamo oggi è finito. Sì, ancora una volta. Come sia successo non ha molta importanza, lo scenario sul quale si apre "Codice Genesi" è quello tipico del filone post apocalittico stile "Mad Max": deserto e rovine popolate dalla peggior feccia che uno possa immaginare, cannibali inclusi. Una prima sequenza di caccia, poi un saccheggio e subito a seguire la prima coreografia d'azione (bella, in campo medio e controluce) che introduce definitivamente il personaggio dell' eroe errante e silenzioso interpretato da Denzel Washington. L'inizio è promettente : ritmo elevato, battute ridotte a zero ed un' atmosfera corrotta e decadente ben resa soprattutto a livello visivo. Passano pochi altri minuti ed in scena irrompe Gary Oldman, maschera raggrinzita ed irresistibile nei panni di un manipolatore senza scrupoli a capo di una squallida cittadina popolata da superstiti disperati, balordi e mercenari. Inevitabile che le strade dei due s'incrocino e che la trama inizi quindi a svelarsi allo spettatore. Il primo è diretto ad ovest ; con sè ha l' ultima bibbia esistente al mondo ed è in cerca del luogo giusto dove consegnarla affinchè le parole in essa contenute possano gettare le basi per la nascita di una nuova umanità. Il secondo, guarda caso, è alla disperata ricerca dello stesso libro poichè convinto lo possa aiutare a manipolare le menti dei sopravvissuti e quindi a governare quel poco di mondo rimasto dopo la fine di chissà quale altra guerra santa. Due scopi agli antipodi destinati a scontrarsi fra sparatorie dagli echi western, regolamenti di conti, sacrifici e vendette. Quello dei fratelli Hughes è un buon cinema di genere, tutto intrattenimento e ritmo, che ha dalla sua scelte cromatiche azzeccate, una fotografia ineccepibile ed un grande cast. E' però indispensabile un approccio leggero alla pellicola, bisogna cioè evitare di farsi troppe domande sulle implicazioni religiose della vicenda e sul perbenismo insostenibile dell' happy end che ci propina l' ennesimo messia/salvatore fatto uomo. Se si riesce in tale intento, allora si potrà godere di altri aspetti come le citazioni cinefile (come ad esempio Ray Stevenson che fischietta Morricone a più riprese), i gustosissimi camei (quelli di Tom Waits, Michael Gambon e Malcolm McDowell) ed il confronto senza quartiere fra il diabolico Oldman ed il santo Washington che in panni "action" non sfigura per nulla nonostante i puristi lo vogliano veder recitare altrove. Eccezionale uno dei loro ultimi scambi : "Dio è buono, vero ?" Dice un ghignante ed armato antagonista alla sua nemesi. "Dio è sempre buono", risponde l' altro, disarmato e circondato. "No, non sempre" replica nuovamente il satanasso subito prima di sparare a bruciapelo al suo interlocutore. Cinico e forse un pò scontato ma come dargli torto ?? 

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