Espandi menu
cerca
Agora

Regia di Alejandro Amenábar vedi scheda film

Recensioni

L'autore

giancarlo visitilli

giancarlo visitilli

Iscritto dal 5 ottobre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 19
  • Post 2
  • Recensioni 452
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Agora

di giancarlo visitilli
6 stelle

Il cerchio è la figura più perfetta fra tutte. E’ intorno a questa figura che si animano le disquisizioni filosofiche e non solo dei neoplatonici. Questi facevano parte della scuola nata attorno al Serapeo di Alessandria (IV secolo d.C.). In essa si discuteva di numeri, forme e astrattezze matematiche, di stelle, emicicli e moti planetari. Un buon numero di discepoli gravitava intorno alla figura di Ipazia: una donna filosofa e astronoma. La vera stella del film di Amenabar.

Il regista spagnolo, di origine cilene, autore di pellicole memorabili (The Others, 2001 e Mare dentro, 2004), reinventa ampiamente la storia, azzardando finanche l’idea di Ipazia come fosse un’anticipatrice di Galileo, facendo di tutta l’erba un fascio e, quindi, non facendo quasi distinzione alcuna fra pagani, ebrei o cristiani. Per Amenabar ogni religione è sinonimo di barbarie, a differenza della Filosofia e della Scienza, detentrici del sapere e del progresso umano. E se anche la ricostruzione del tempo storico, specie nella prima parte del film, è assolutamente accurata e curata anche nelle scenografie, siamo nel periodo cruciale della storia, nel passaggio dall’antichità al medioevo, con un complesso sistema culturale caratterizzato da tensioni intellettuali, non altrettanto si può dire a proposito delle verità sulla fede, sulla storia della scienza, e sulla stessa figura di Ipazia che, dal modo in cui è descritta da Amenabar, potrebbe figurare come un qualsiasi santino, fra la Santa da Cascia o il Santo da Pietralcina. Ci sono scene del film che dicono delle impossibili verità, per esempio: la figura di Sinesio, ex allievo di Ipazia e vescovo di Cirene, è il simulacro dell’autoritarismo ottuso della Chiesa. Questi, addirittura, fa inginocchiare il prefetto romano, Oreste, per ridurlo all’obbedienza. In realtà, questa figura storica è conservata nella storia, grazie alle sue stesse lettere, oltre che da quanto ci hanno tramandato gli storici del tempo, essendo un cristiano mite e buono di cuore, tra l’altro, morto prima di Ipazia, e non come avviene nel film, in cui muore prima la donna. Questo peplum di Amenabar, costato cinquanta milioni di dollari,  è stato presentato, per la prima volta, a Cannes, nel 2009, fuori concorso. La tanta confusione e le troppe facili associazioni che suscita hanno fatto in modo che di esso si parlasse già da tempo. Se ne parla anche oggi molto, perché in realtà, in esso, c’è molto del mondo attuale, in cui fedi diverse rifiutano la convivenza pacifica optando, piuttosto, per l’annichilimento, per l’eliminazione fisica delle idee contrarie; c’è tantissimo di quanto la Chiesa oggi dice e stradice in rapporto alla verità e anche a proposito di Scienze, biologiche, umane, astronomiche, ecc.

Se è molto evidente il gusto raffinato del regista, per un’estetica del racconto che predilige le inquadrature dall’alto, facendo apparire l’umanità come polvere di stelle, nelle tante ed eccessive cartoline con cieli stellati, questo non giustifica la lunghezza di un film che, comunque, anche nel caso di una condanna a morte, di una donna che per oltre due ore vediamo continuamente ripresa in lunghi primi piani, in realtà non emoziona. Ciò che manca è l’enfasi del racconto, visto che il cast d’eccezione è anche presente, dalla meravigliosa Rachel Weisz, Max Minghella, a Ashraf Barhom, bravissimo attore di Kiarostami (Il sapore della ciliegia).

Tuttavia, se il film aveva come attenzione la condanna di ogni forma di intolleranza religiosa o fanatismo anche culturale, questo non proprio riuscito film di Amenabar avrebbe l’unica sua ragion d’essere.

Giancarlo Visitilli

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati