Regia di Ken Loach vedi scheda film
M'aspettavo di meglio. La premiata ditta Laverty/Loach (specialmente il secondo) è infallibile quanto il nucleo tematico verte attorno a disoccupazione/povertà/marginalità, ma quando si tratta di raccontare i tentativi di ricomporre un nucleo famigliare (a partire dalla riconquista della ex-moglie) annaspa, senza riuscire a trovare i tempi giusti nell'amalgama fra furibonda ironia e una tragedia sempre in agguato. Secondo me, avviene troppo tardi (nella durata del film) l'utilizzo dei due figliastri come elemento portante della narrazione: forse Laverty e Loach avrebbero dovuto dare più peso al rapporto fra loro ed Eric nei primi 3/4 di film. Emozionanti le immagini di repertorio di Cantona, che se la cavicchia anche come attore (per inciso, non ho mai amato nè il Manchester United nè Cantona, ma quest'ultimo è, in quest'opera, così modesto ed autoironico che quasi quasi lo rivaluto :-D). Se il finale, come altri momenti, è davvero troppo consolatorio e travalica il naturale pathos di tutto il cinema di Loach per scadere quasi nella retorica, il pre-finale (con l'irruzione di massa nella villa del malvivente) rimane, per quanto forzato ed improbabile, uno dei momenti più spassosi del cinema contemporaneo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta