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I mercenari. The Expendables

Regia di Sylvester Stallone vedi scheda film

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La recensione su I mercenari. The Expendables

di Stuntman Miglio
6 stelle

Ed eccolo lì, proprio quando meno te l'aspetti, il caro vecchio Sly mette a segno un colpaccio mica da ridere. Ricordo quando non troppo tempo fa con amici si fantasticava su una possibile "reunion" degli eroi action della nostra infanzia: pensa un pò, dicevamo, ad un film in cui Van Damme e Seagal se le danno di santa ragione o in cui Terminator prende a capocciate Rambo, magari proprio sulla fascia rossa da guerriero. Hai voglia poi a gridare Adriana! Idiozie sparate sotto effetto alcolico ma "The expendables" si può tranquillamente dire che alla fine ci abbia accontentati. Un action dal cast quasi fetish, in fatto di appartenenza al genere, ed insulso nella tramma proprio come i peggiori titoli degli anni '80. Tanto elementare nello script quanto infarcito di frasi ad effetto, combattimenti ed inseguimenti di ogni tipo. Un pò come dire: ritmo alle stelle e cervello alle stalle. Ma alla fine perché no? Stallone tira su un paio d'ore scarse di discreto intrattenimento ritagliandosi il giusto spazio (ovviamente nei panni del leader) senza prendersi troppo sul serio e lasciando il giusto spazio alla parata di comprimari marziali, lasciandoci infine ad intendere che il suo granitico erede altri non potrebbe essere che Jason Statham. I due guidano un gruppo di mercenari fuori dal comune inviati in un' isoletta del centro America per fare piazza pulita dopo che il classico dittatore di turno è salito al potere con l'aiuto dell'immancabile agente corrotto della CIA, cliché questo che si sposa perfettamente con la scelta di un villain come Eric Roberts. Tutto qui, il resto è tutto solidarietà maschile e ricerca di redenzione dopo una vita di violenza. Come ottenerla? Logico, con altra violenza. Tremendamente scontato ma allo stesso tempo gustoso nell' alternare le caratterizzazioni dei comprimari che hanno certamente poco spessore psicologico ma le cui facce parlano da sole: Dolph Lundgren ingestibile e traditore, Jet Li non utilizzato al meglio ma autoironico quanto basta, Randy Couture e Terry Crews bestie da wrestling prestate alla guerra, Mickey Rourke nostalgico con tanto di monologo lacrimante. Che dire poi dell' incontro a tre fra Stallone, Schwarzy e Bruce Willis? Lo scambio di battute non è eccezionale ma la breve sequenza che li vede in scena contemporaneamente può già essere di per sé un motivo di visione. Successo al botteghino ed ovviamente aperto ad un sequel, conoscendo il regista d(e)i "Rocky", non ci si poteva aspettare nulla di diverso.

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