Regia di Peter Docter, Bob Peterson vedi scheda film
Può la vecchiaia essere ancora un luogo avventuroso dove realizzare sogni mai dimenticati o archiviati? può un elaborazione del lutto passare attraverso la scoperta di una nuova amicizia e di sentimenti condivisi? si può ancora essere padri e nonni, amici e complici, vecchie e nuove generazioni uniti tutti in un affetto che non ha bisogno di frasi inutili o sentimentalismi smaccati?
Tutto questo è possibile ancora e, cosa ancora più bella, lo è attraverso quel mezzo unificante che è il cinema.
La Disney-Pixar compie l'ennesimo miracolo digitale ed emotivo e questo miracolo è UP,il -giustamente definito- "Gran Torino" della casa dei sogni, una sintesi meravigliosa ed equilibrata di tutte le tematiche tipicamente disneyane condita con un'avventura rocambolesca ed una riflessione sui rapporti degna del miglior Miyazaki.
La Pixar infatti è la sola che possa paragonarsi senza vergogna ai capolavori animati del maestro giapponese perchè, come quelli, riesce a comunicare verità essenziali e valori (ri) generatori attraverso la seduzione delle migliori tecniche di animazione.
Peccato però che il pubblico mondiale sia facile solo alle sollecitazioni tecniche (digitale, 3-D, sonoro amplificato che qui sono essenzialmente un "corpo" come già lo erano per WALL-E) e non abbia la stessa predisposizione a cogliere l'incanto dell'animazione tradizionale e rasserenante (e con essa gli altissimi messaggi) di capolavori come "Ponyo" e "Totoro" snobbati da un pubblico miope e da un immaginario anestetizzato dai prodotti della Dreamworks & co.
Non è un caso che in America Lasseter distribuisca i capolavori di Miyazaki dal momento che ne riconosce l'intima bellezza e grandezza...
Ma tornando ad "UP" non posso fare altro che segnalare, ad un visione freschissima di una fortunata anteprima, i continui passi avanti verso un linguaggio cinematografico sempre più puro e codificato (come lo stile di un grande autore), la classicità della messa in scena, il recupero di un cinema passato (occhio ai silenzi e all'espressività di certi momenti muti : la digressione "chapliniana" di WALL-E non è passata invano), l'occhio alla migliore modernità e l'equilibrio miracoloso fra lacrima e sorriso.
Senza mai tradire nessuno dei dettami delle poetiche disneyane (perchè anche qui la morte è presente ma è mostrata con un tale pudore e candore da lasciare commossi anche attraverso il sorriso) "UP" si sintonizza con i migliori sentimenti di cui (non) siamo (più) capaci e ci regala, dopo Wall-e, Ratatouille e Monsters & co., un altro miracolo per i sensi e il cuore.
Da portarsi dentro senza vincoli di inutile merchandise...
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