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Louise Michel

Regia di Benoît Délepine, Gustave Kervern vedi scheda film

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La recensione su Louise Michel

di mm40
4 stelle

Dieci operaie licenziate decidono di pagare un killer per uccidere il loro ex capo con la somma delle loro misere liquidazioni. Ma il killer è un inetto.

 

Bene le idee, meno bene la loro realizzazione. Louise Michel è uno di quei film che nascono dal progetto di spiazzare a ogni costo lo spettatore, dimenticando così (o considerando ininfluenti nel complesso del lavoro) la trama, i dialoghi, il ritmo. Il risultato fa storcere la bocca a più riprese, naturalmente: la storia si inceppa ripetutamente su esercizi di stile, nonsense, divagazioni non sempre originalissime e arrivare al finale richiede una bella serie di sforzi. Ma ne vale la pena, tutto sommato, se si è in vena di vedere qualcosa di bizzarro - nel bene e nel male. La bizzarria programmatica di Gustave Kervern e Benoit Delepine, registi e sceneggiatori, è roba da Sundance (dove infatti il film ha vinto un premio speciale della giuria), che fa chic e non impegna insomma, nobilita il pubblico prima ancora che i suoi autori; di salvabile in assoluto c'è comunque pochetto. C'è sicuramente la scelta coraggiosa di affidare a un capolavoro sconosciuto (A lonely song di Daniel Johnston, uno che la bizzarria sa realmente cosa sia) il commento dei titoli di testa e la chiusura del film; c'è l'omaggio all'anarchica Louise Michel, vissuta nella seconda metà dell'Ottocento e qui trasfigurata in due personaggi - appunto Louise e Michel, i due protagonisti - che ne incarnano lo spirito rivoluzionario e anticapitalistico; e poi, francamente, non c'è altro. Si veleggia per lo più fra la mancanza di senso e il barzellettistico 'a denti stretti' (vedi la sequenza di apertura), con una regia piatta che sembra spesso non-scegliere l'inquadratura, piazzando a casaccio la macchina da presa o prediligendo pianosequenza che prescindono dall'azione (e quest'ultima, sfruttata in varie occasioni, è la soluzione esteticamente migliore del lavoro). Due anni più tardi l'accoppiata di registi tornerà sul set per girare Mammuth, con la medesima protagonista (Yolande Moreau, senza infamia e senza lode), Gerard Depardieu e Isabelle Adjani. 4/10.

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