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Looker - Troppo belle per vivere

Regia di Michael Crichton vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Looker - Troppo belle per vivere

di Horsy
5 stelle

Non si capisce se si tratta di un thriller o di un film comico. Come thriller, la trama è interessante: peccato che ci siano buchi di sceneggiatura gigantesche, e che vengano toccati buoni picchi di assurdità. Come film (involontariamente) comico, ci sono alcuni momenti davvero esilaranti (soprattutto il finale). Decidete voi!

Prima di inquadrare brevemente la trama, premetto che mi è molto difficile valutare questo film: alla fine svelerò il perché.

Un famoso chirurgo plastico (Alber Finney) ha fatto alcuni ritocchini a 3 o 4 (non ricordo il numero esatto) modelle: queste, pur essendo già praticamente perfette, vengono costrette dai loro datori di lavoro (una grossa società con a capo James Coburn) a qualche ritocco qua e là, in base a dei particolari parametri decisi da un computer. 2 o 3 di loro vengono uccise in modo alquanto misterioso e incomprensibile da un killer baffuto: insomma, tra quelle passate dalle mani di Finney, ne rimane viva soltanto una. Il nostro chirurgo comincia a nutrire qualche sospetto sulla faccenda, e cerca di proteggere l'ultima modella ancora viva. La trama evolve in modo simile al precedente Coma profondo, sempre di Crichton, tra complotti, strane cliniche e aggeggi fantascientifici.

Ora, parliamone... La trama ha qualche buona trovata, come ad esempio il modo in cui avvengono i delitti, che lì per lì lascia sorpresi. Quando poi, però, viene svelato tutto, pensando retrospettivamente, l'idea si rivela un po' una ciofeca, nel senso che è inverosimile anche in una realtà "futuristica". Ah, ho detto che viene svelato tutto: in realtà viene svelato solo il modo in cui venivano commessi gli omicidi, ma non il motivo. Già: arrivati alla fine del film, lo spettatore non sa per quale motivo le modelle venissero uccise... Mica un buco da poco! E adesso arrivo al finale. In una parola: comico. Davvero, fa ridere! E attenzione: non fa ridere da quant'è fatto male, ma fa ridere perché sembra essere stato concepito proprio per far ridere, come se si trattasse di un film comico.

L'involontaria comicità del film è impreziosità dalle esilaranti interpretazioni di Albert Finney e del killer baffuto. Quest'ultimo fa davvero ridere, perché è totalmente inespressivo e ha dei baffi che boh, sembrano fatti apposta per far ridere. E poi Albert Finney, grande attore teatrale e di cinema impegnato, che in questo film è semplicemente fuori ruolo: voglio dire, fuori ruolo anche per un consumato caratterista come lui. Ed è per questo che fa ridere: per tutta la durata del film, sembra chiedersi "Che cavolo ci faccio su questo set?". Ti dirò, me lo sono chiesto anch'io, Albert... L'estetica generale del film è molto videoclip anni '80: a me fa ridere, ma se siete dei fan vi potrebbe piacere.

In conclusione: come thriller puro non va oltre un 3 su 10; come film comico, si merita un bel 7. Facendo la media, abbiamo 5, che è il voto che ho dato. Sono contro le valutazioni come media matematica per principio, specialmente quando si tratta di film: ma su questo film non riesco proprio a decidermi!

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