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Gran Torino

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Gran Torino

di nibacco
8 stelle

“Cos’è la morte? E’ la fine o il principio”? Un funerale, una veglia, un uomo in lutto per la perdita della moglie e che non è affatto entusiasta di avere al suo fianco né parenti, né amici, né vicini di casa e neanche il prete, padre Janovich, che gli ronza intorno.

 

Quell’uomo è Walt, un solitario, un burbero; è solo interessato al suo cane e a un’auto d’epoca che tiene custodita gelosamente nel suo garage: una Gran Torino del 1972.

 

Un giorno prende le difese dei suoi vicini di casa assaliti da una gang di teppisti. Costoro, di etnia Hmong, che lui chiama musi gialli, gli sono grati. Gli portano dei doni, lo invitano a casa loro, addirittura Thao, il ragazzo che si era introdotto nel suo garage per cercare di rubargli l’auto, fa ammenda e si mette per diversi giorni a sua completa disposizione per lavoretti vari.

 

A poco a poco questo essere rozzo e scontroso apre il suo animo e si affeziona a tal punto che quando una componente della famiglia viene picchiata e stuprata dalla banda del quartiere, predispone un piano e passa all’azione…

 

Storia interessante di una persona tormentata da un passato di orrori, vissuti durante la guerra in Corea. Un conflitto interiore per il pessimo rapporto con i figli e con la religione, ma con un cuore grande e ricco di valori umani. E’ questo il ritratto del personaggio interpretato e diretto da un grande Clint Eastwood.

 

Una buona scenografia e un finale a sorpresa.

 

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