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Copia conforme

Regia di Abbas Kiarostami vedi scheda film

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La recensione su Copia conforme

di FilmTv Rivista
6 stelle

Che importa l’originale, meglio una buona copia: questo all’incirca il sottotitolo di Copia conforme, il libro dello studioso James Miller (entrambi finzionali) che dà il titolo all’ultimo film di Kiarostami, il primo girato in Europa. L’autore iraniano, in Toscana, si lascia andare allo stile francese, e un po’ si perde. Non visivamente, dove la lucidità dello sguardo - brillantemente coadiuvato dalla fotografia di Luca Bigazzi – rimane quella di un maestro, piuttosto nella sceneggiatura che ricama fascinazioni intellettuali e patemi sentimentali, a metà tra Rohmer e Resnais e con cameo di Carrière. James presenta in pubblico il suo libro, ad Arezzo, quindi accetta un viaggio in automobile a Lucignano con una bella ammiratrice, affascinata dall’uomo ma contrariata dalla sua opera. La questione della perdita d’aura dell’opera d’arte «nell’epoca della sua riproducibilità tecnica» non è certo nuova e, da Benjamin in giù, se ne sono occupati in molti. Al dibattito, Kiarostami non pare aver nulla da aggiungere, pur conducendo con grazia il balletto tra tesi e antitesi rimane in una sfera accademica piuttosto polverosa, dove non si citano le copie digitali e pirata, preferendo all’attualità l’iperuranio della teoria. Quindi si passa (non sveliamo come) dalla copia alla coppia, ma presto il mistero del paradosso - quasi fossimo/non fossimo mai stati a Hiroshima - scema in un consueto armamentario della crisi coniugale: «Mi sono fatta bella e tu nemmeno mi guardi», «Hai dimenticato il nostro anniversario» e via dicendo, dove la donna

si lamenta e l’uomo svicola, a metà tra il senso di colpa e l’insofferenza. Consuetudine della coppia che è copia di altre coppie, ma senza le ferite di Bergman o gli abissi di Antonioni e piuttosto di maniera, in modo per altro pertinente al tema della fine degli originali. Infatti anche l’insoddisfazione dello spettatore fa parte del gioco metanarrativo, però rimane una magra consolazione e il ricordo di un recente originale, come Gli amori folli, annulla in un sol colpo il teorema di Kiarostami.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 20 del 2010

Autore: Andrea Fornasiero

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