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Martyrs

Regia di Pascal Laugier vedi scheda film

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cazzeggiatore del millennio

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La recensione su Martyrs

di cazzeggiatore del millennio
10 stelle

So che non è per tutti ma va visto, fate un bel respiro e godetevi lo spettacolo.

  Una bambina fugge da un misterioso luogo dove viene torturata, anni dopo si ripresenta ai suoi aguzzini per compiere una tremenda vendetta. Intanto un mostro la perseguita e la sua amante la raggiunge per darle una mano.

  Un film non per tutti di sicuro ma che obbligatoriamente andrebbe visto per il valore pionieristico che si porta dietro, dove una trama scatenata ha il suo svolgimento in una serie senza tregua di punti salenti nei quali la tensione resta sempre alta malgrado il loro essere sorprendentemente dilatati. Nella prima parte succede una cosa che vedo per la prima volta in un’opera cinematografica: il regista si gioca già tute le carte. Si dice che il troppo stroppia ma è anche vero che questa è una splendida eccezione nella quale per un’ora buona si vive il terrore puro, nella seconda parte sai già cosa accadrà ed è terribile il progressivo disfacimento mentale della protagonista che non molla un grido, è impossibile quantificare così il livello delle sofferenze alle quali è sottoposta, il risultato così per lo spettatore è quello di un’altalena di emozioni che poi vi assicuro sarà dura levarsi di dosso.

  Il film fa parte del filone torture porn, della categoria però mantiene soltanto il tema: si vedono infatti due sberle all’inizio; le parti del mostro sono inquietanti proprio per la creatura che, più che torturare, inizia una specie di combattimento o per meglio dire un inseguimento; quando vediamo la donna in cantina ignoriamo quali torture abbia subito con esattezza, ciò che inquieta è proprio lo stato in cui è ridotta; quando poi tocca alla protagonista essere torturata si vedono solo botte mentre della tortura finale non conosciamo le precise modalità, ci viene mostrato direttamente il risultato finale.

  La storia punta a restare addosso mettendo in scena un’analisi spiazzante che non si sofferma semplicemente sulle violenze, delle vittime torturate infatti vengono mostrare anche le disumane conseguenze mentali che subiscono al termine degli abusi; dall’altra parte ci sono i torturatori, non malati di mente come si può pensare bensì borghesi benvestiti che nelle pause tra un’atrocità e l’altra dialogano amabilmente come fossero comuni impiegati di una qualsiasi azienda.

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