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Babylon A.D.

Regia di Mathieu Kassovitz vedi scheda film

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Dom Cobb

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Babylon A.D.

di Dom Cobb
2 stelle

Ci sono registi che dopo il primo exploit non riescono più a ripetersi con le opere successive; altri , invece, una volta chiamati a lavorare in mercati più ricchi, rinnegano il proprio stile in favore di lavori che possano piacere a tutti, ma anche più anonimi. Mathieu Kassovitz vanta il poco invidiabile talento di aver imboccato entrambe queste strade: da un film rabbioso sulla piccola delinquenza parigina come "L'Odio" è poi passato a polizieschi bislacchi come "I fiumi di porpora", poi a thriller altrettanto bislacchi come "Gothika" (già in terra americana), per poi arrivare a questo "Babylon AD", vero e proprio concentrato del brutto cinematografico e prova provata del sentiero discendente (molto ripido) intrapreso da questo regista. Va detto che non tutte le colpe sono attribuibili a Kassovitz, in questo caso: "Babylon AD" è un vero caso esemplare di brutta scrittura degli sceneggiatori e bassa e rozza macelleria, in fase di montaggio, da parte dei produttori e degli studios. La trama, già di suo, non brilla per originalità: quante volte abbiamo visto il solito mercenario cinico che si redime, così quante altre volte, soprattutto da Matrix in poi, ci siamo sorbiti la storiella del predestinato a salvare l'umanità (in questo caso una ragazza che, non si capisce bene il motivo, è dotata di poteri di preveggenza) che assume quasi un significato cristologico. "Roba nuova, roba fresca" verrebbe da dire, oltretutto condita con tutti gli stereotipi del caso: la ragazza è protetta da Michelle Yeoh, una specie di monaca buddista (che conosce le arti marziali, ovviamente), Charlotte Rampling è il capo della solita setta religiosa che ha come scopo un nuovo inizio per l'umanità e, naturalmente, non può mancare la mafia russa (nella figura di Gerard Depardieu con un orrido make-up). Kassovitz non è regista da film d'azione, difatti le scene di lotta e gli inseguimenti d'auto sono confusionari, girati con la camera sempre in movimento e con stacchi troppo veloci e continui: sono fastidiosi da seguire, insomma. Le sparatorie sono altrettanto prolisse ed esagerate, con raffiche di mitra e razzi che colpiscono tutti, distruggono tutto, ma non uccidono i protagonisti nemmeno per sbaglio. Sul versante del montaggio la situazione si fa tragica: appare evidente che il film ha subito tagli e rimontaggi fortissimi, che hanno dato il colpo di grazia alla chiarezza della trama. Lo si capisce da stacchi improvvisi da un luogo all'altro (perchè, per esempio, dare così tanta importanza alla salita sul sottomarino sovietico, assieme agli altri profughi, se poi le scene a bordo durano meno di due minuti?); personaggi secondari (tra cui Mark Strong, sprecatissimo) che appaiono e scompaiono nel nulla (un altro esempio: la stessa Charlotte Rampling semplicemente non appare più in scena e, di conseguenza, un vero scontro risolutivo finale nemmeno esiste). Anche la costruzione degli eventi è sbagliata: sembra, a sentir parlare i protagonisti, che New York sia la tappa finale del loro viaggio (anche in questo caso, della Grande Mela, vista dall'alto come una versione più colorata della Los Angeles di Blade Runner, resta solo una sparatoria in una strada), per poi avere un ulteriore pre-finale, ambientato tra i boschi ed appiccicato con lo sputo al resto del film, che tra l'altro si esaurisce con un altro inseguimento d'auto che nulla aggiunge alla trama. Non è nemmeno giusto chiamarla trama, perchè, in realtà, si tratta solo di una serie di situazioni, di difficoltà  slegate tra di loro, che i protagonisti devono superare giusto per arrivare fino alla fine del film. Nel finale, anch'esso legato con il fil di ferro, il roccioso Vin Diesel tiene per mano i due gemelli (uno bianco e l'altro nero) avuti dalla ragazza e concepiti, forse, con l'intervento dello Spirito Santo (!!) (non è una battuta, nel film si accenna veramente ad una sorta di Immacolata Concezione: gli sceneggiatori non sono solo degli incapaci, sono dei pazzi furiosi). In conclusione, "Babylon AD" è il l'esempio perfetto di progetto cinematografico concepito male, realizzato peggio, girato da incapaci e montato da incompetenti. Non diverte, appassiona ancora di meno, sa essere solo annichilente nella sua approssimazione e superficialità. Il nuovo punto di riferimento di come NON deve essere girato un film d'azione moderno. Provare per credere.     

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