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Zohan

Regia di Dennis Dugan vedi scheda film

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La recensione su Zohan

di silviodifede
8 stelle

Miglior film con Adam Sandler protagonista, uno degli ultimissimi film demenziali americani davvero riusciti.

La parabola di Adam Sandler negli States è particolare: prima completamente sopravvalutato (specialmente con il film Billy Madison) poi eccessivamente criticato, si trova vittima di una società davvero incapace di avere vie di mezzo, per gli americani tutto è "migliore" o "peggiore" di sempre.

In realtà è un attore che non ha mai trovato una vera dimensione, sempre rimasto a metà tra il comico puro e qualcosa di più "facile", vedi qualche insulsa commedia romantica o inutile commedia per famiglie.

 

In Zohan probabilmente vediamo il miglior film con Adam Sandler protagonista, perché ci si butta a capofitto nel demenziale (genere da lui testato solo in poche occasioni), cercando la risata sguaiata. Sandler si trova bene in un personaggio completamente improbabile e totalmente irreale come quello di Zohan e può esplodere tutta la propria comicità fisica.

Il resto lo fa un copione meno insulso del solito, anzi capace di trovate e gag a tratti deliranti, in un insieme che funziona, regalando quello che è uno degli ultimissimi film demenziali davvero riusciti nel cinema americano.

 

Si mischiano (con le dovute proporzioni ovviamente) situazioni alla ZAZ con grevità assolute, infilando continue gag di tipo sessuale che però (a differenza di troppi casi nei film "pseudo-comici" americani degli ultimi 20 anni) non sono fini a sé stesse: se trovi la gag sessuale e poi vedi il ragazzone deglutire forti dosi di Maalox, allora riesci a ridere. Sono allora tante le situazioni che strappano una risata, con Sandler che viene anche appoggiato da un buon cast, vedi lo scatenato John Turturro (la videoclip di Phantom è tra i momenti più assurdi della pellicola) e il buon Rob Schneider.

 

E a differenza del solito, è anche intelligente l'uso delle solite guest star, capaci di essere molto auto-ironiche, vedi John McEnroe che paragona i suoi trascorsi giovanili a quelli di un terrorista o Mariah Carey che ricorda al proprio "fan arrapato" di comprare il suo ultimo album.

 

Chi cerca delle raffinatezze (anche se il "telefono amico Hezbollah" ha del genio) verbali alla Woody Allen o qualcosa di satirico sul mondo arabo ovviamente resterà deluso, qui c'è solo e unicamente del demenziale. Chi sa entrare nel genere e magari rimpiange quel tipo di cinema che gli americani sapevano fare benissimo fino a inizio anni 2000, qui troverà qualcosa di livello ben più alto rispetto alle pure idiozie che gli americani ci appioppano da troppi anni.

 

Peccato che Adam Sandler non sia più riuscito (tranne in parte con il volgarissimo "Indovina Perché Ti Odio") a proseguire su questa scia, rimanendo su quella metà strada che lo renderà parecchio criticato negli States (Nazione capace come pochi di usarti e buttarti come un fazzolettino di carta).

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