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Che. L'Argentino

Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film

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La recensione su Che. L'Argentino

di barabbovich
4 stelle

Prima parte della lunga biopic che steven Soderbergh ha dedicato a Ernesto "Che" Guevara (interpretato da un ottimo Benicio Del Toro, premiato a Cannes come miglior attore e qui anche in veste di produttore), icona rivoluzionaria del Novecento. Il film si concentra sul biennio 1958-59, quello della guerriglia cubana che portò a rovesciare la dittatura di Batista. Soderbergh opta per un registro narrativo spiazzante: dell'eroismo del protagonista non esiste praticamente traccia, e il Che - pur rimanendo permanentemente al centro del racconto - viene relegato a una dimensione umana senza alcun cedimento cristologico o apologetico. Il Guevara mostrato dal regista americano è il rivoluzionario per vocazione che vide in Fidel Castro l'uomo giusto per una giusta causa, quello che decise a tavolino di sposare la causa cubana nella normalità di un salotto borghese. Ma è anche il Guevara fieramente convinto dell'importanza dell'istruzione, quello incline a un certo zelo per le regole della vita paramilitare, quello afflitto dall'asma, il medico da campo. Un "Che" umanizzato, insomma, al quale fa da sponda una registro narrativo dimesso, monocorde, pressoché privo di sussulti, incapace di emozionare (con l'unica eccezione della scena in cui viene ricostruita la presa di Santa Clara), inframmezzato dal discorso tenuto dal "Che" alle Nazioni Unite nel 1964 e da un'intervista rilasciata nello stesso anno a una giornalista americana. Nell'intento programmatico di non cadere nell'agiografia e di rimanere ancorato a una dimensione antispettacolare che esclude il mito, Soderbergh firma un'opera nella quale non risalta neppure l'epica della battaglia né tanto meno lo straordinario carisma del Comandante, o dove l'addestramento militare o l'avanzata nella giungla cubana acquistano una dimensione talmente ordinaria da finire nel complesso col dare più rilievo alle scelte stilistiche compiute in cabina di regia che al personaggio, lontanissimo da quello visto ne I diari della motocicletta.

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