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Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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La recensione su Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo

di giurista81
7 stelle

Il capitolo forse più tamarro della saga. Spielberg dispone di capitali sempre maggiori e non fa nulla per nasconderlo. Girandola di effetti speciali con soluzioni forzate e un epilogo un po' telefonato (ma comunque di eccezionale effetto visivo). Si ritorna un po' sulle esagerazioni del secondo episodio. Vediamo Indiana Jones rifugiarsi in un frigorifero nel corso di un esperimento nucleare nel cuore del Nevada. Siamo infatti negli anni cinquanta, ai margini dell'Area 51 (dove è conservato l'alieno caduto a Roswel). Ebbene vediamo, con una divina e spettacolare messa in scena, gli effetti dell'esplosione su una cittadina popolata di manichini. Il frigorifero vola in aria sospinto dalla forza d'urto, rotola sull'asfalto per chilometri infine si apre. Indiana Jones fuoriesce e, accanto a lui, sullo sfondo il fungo nucleare sale al cielo, mentre il nostro lo ammira. Questo solo per la presentazione del film (c'è anche, verso l'ultima parte, una jeep che, precepitata in un torrente montano diviene misteriosa canoa che guada nella corrente alla stregua del Colorado Boat di Gardeland). Il resto vien di conseguenza. E così vediamo subentrare all'avventuroso un fantastico stile Il Mondo Perduto di Conan Doyle (ci sono delle formiche capaci di artigliare un uomo, in gruppo, per divorarlo dopo averlo fatto scivolare nelle loro tane) che, a sua volta, lascia il campo alla fantascienza. Ci spostiamo dal Nevada al Perù, nella giungla in cui affiorano le piramidi Maya (scenografie, sia le naturali che le ricostruite, al solito spettacolari). Questa volta al centro dell'intreccio, costruito sull'esempio offerto dal terzo episodio, c'è un teschio di cristallo di natura aliena da individuare (nei sotterranei) e ricondurre in un posto determinato da decriptare attraverso la soluzione di una serie di storici indovinelli. Contro al nostro ci si metteranno i sovietici, con una fetish Cate Blanchett (caschetto nero corto, vestiti attillati, accento marcatamente russo, molto sexy) che sfodera spade e, al comando di un reparto di mercenari, insegue di continuo il nostro, in una girandola continua di ribaltamenti di fronte, tra scazzottate, calci e sportellate. Non manca l'ironia e neppure l'azione. Esplosione finale di effetti speciali, davvero portentosi con tanto di disco volante che si alza in volo. Da segnalare il coinvolgimento nel progetto, nel cast tecnico, di numerosi nomi di spicco. Confermato George Lucas alla produzione esecutiva, subentrano i collaboratori storici di Spielberg David Koepp al soggetto (regista di Echi Mortali), Janusz Kaminski (duplice premio oscar per Salvate il Soldato Ryan Schindler's List) alla pazzesca fotografia (regista dell'horror Lost Souls) e Michael Kahn (triplice premio oscar per i montaggi di Salvate il Soldato Ryan, I Predatori dell'Arca Peduta Schindler's List). Film smargiasso, da prendere staccando un po' il cervello, ma fatto dannatamente bene. Intrattenimento puro. A me è piaciuto.

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