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Johnny Guitar

Regia di Nicholas Ray vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Johnny Guitar

di Dany9007
9 stelle

Faccio riferimento ad un'introduzione di Sergio Bonelli che pose Johnny Guitar tra i 5 western che avrebbe portato "sull'Arca di Noè". Gli altri titoli erano Sentieri selvaggi, Ombre rosse, Quel treno per Yuma ll cavaliere della valle solitaria. Al di là della bontà della scelta del "papà" di Tex, che ha individuato effettivamente alcuni dei titoli più rappresentativi del genere, Johnny Guitar è in un certo senso un'eccezione nella struttura dei grandi classici. La prima fondamentale differenza è individuabile con uno scontro tra protagoniste femminili: la donna in questo film non è un elemento passivo (salvo il finale, mi viene alla mente il personaggio di Grace Kelly in Mezzogiorno di fuoco), non è nemmeno la causa di una disputa tra protagonisti (come sarebbe avvenuto in Vento di terre lontane). Al contrario protagonista ed antagonista sono due donne dal carattere e dal portamento maschile: spietate, determinate nelle proprie convizioni, carismatiche e incredibilmente coraggiose. Dunque il personaggio di Johnny Guitar, al di là di essere il "salvatore" della protagonista Vienna, rimane un comprimario, scaltro, abile con la pistola e dal cervello fino, ma più simile alla figura positiva che nei western dell'epoca veniva proprio riservata alla protagonista femminile. Questa mascolinità delle due rivali (Vienna ed Emma) raggiunge l'acme nel duello finale che si terrà proprio tra loro due, nella modalità più classica del genere. Non posso nascondere che alcuni atteggiamenti e modalità di recitazione della Crawford appaiano un po' enfatizzati e legati all'epoca. 

Innumerevoli i riferimenti alla situazione politica che viveva l'america in quegli anni: il clima di sospetto, i processi sommari, gli interrogatori, le promesse di "condono" in caso di denuncia dei compagni, il pregiudizio ed il costante timore di covare dei "traditori" tra i concittadini, l'impotenza (e debolezza) dell'autorità di fronte ai soprusi sono tutti chiarissimi riferimenti ad uno dei periodi più bui che ha vissuto Hollywood e l'intero Paese. 

Un contributo fondamentale è dato anche da una fotografia dai colori saturi che accentua i contrasti: eccezionale la sequenza con l'abito bianco di Vienna che suona il piano nel suo locale, circondata dagli uomini capeggiati da Emma, tutti vestiti a lutto ed ancora più inquietanti, con atteggiamenti che fanno ricordare i processi della Santa Inquisizione. 

Eccezionali infine le scenografie: già il saloon di Vienna con una parete fatta di roccia è fuori da ogni regola del genere. 

 

 

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