Espandi menu
cerca
Il dolce e l'amaro

Regia di Andrea Porporati vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mc 5

mc 5

Iscritto dal 9 settembre 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 119
  • Post 1
  • Recensioni 1059
  • Playlist 57
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il dolce e l'amaro

di mc 5
8 stelle

E' di questi giorni l'accoglienza "tiepidina" che la critica ha riservato a questo film alla Mostra del Cinema veneziana. La stessa critica ha poi evidenziato che la pellicola di Porporati se accostata a quella (presentata al Lido quasi contemporaneamente) di Marra, "L'ora di punta", pare quasi un capolavoro. In questo senso non posso esprimermi non avendo io visto il film di Marra; posso però dire che ho trovato "Il dolce e l'amaro" un film onesto, dignitoso, forse un pò lento, ma che comunque si fa vedere. Devo però liberarmi da un pensiero:sarà forse un problema mio, ma mi è risultato imbarazzante vedere Luigi Lo Cascio (che di solito è il super buono-buonista) impersonare un mafioso freddo e distaccato. Non che io voglia condannare il buon Lo Cascio a recitare tutta la vita lo stesso ruolo, ma è che non ce lo vedo. Intendiamoci, nel ruolo affidatogli è bravissimo, ma tuttavia mi ha procurato un effetto-spiazzamento notevole. La vicenda narrata è quella di un giovanotto siciliano alquanto ambizioso e della sua rapida carriera all'interno del "sistema mafioso", che egli inizia a percorrere partendo da semplice "manovale" fino a diventare "uomo d'onore" conclamato. Ma, si sa, la "famiglia" ha regole durissime e, non appena un mafioso cade in disgrazia o su di lui gravano sospetti, ne viene irreversibilmente decretata la soppressione fisica. A tal proposito, c'è una espressione inquietante, che mi ha colpito perchè veniva pronunciata anche ne "L'uomo di vetro" di Incerti, per definire un mafioso coi giorni contati: "Un morto che cammina". Ed è proprio la sorte che tocca al nostro personaggio. Sicchè lui imbocca la sola strada possibile: collaborare con la Giustizia. Pagando il prezzo di dover cambiare tutto della propria vita: città, abitudini, lavoro. Nonostante il regista abbia nel suo curriculum la sceneggiatura di alcuni episodi de "La Piovra" televisiva, non aspettatevi una roba tipo film d'azione: anzi (come accennavo prima) la storia, pur sceneggiata con professionalità, si dipana con ritmi piuttosto lenti. Di Lo Cascio ho già detto. Appare, in un ruolo importante ma sacrificato, anche Fabrizio Gifuni. Ma ciò che piu' mi ha colpito sono i personaggi di contorno, i vecchi mafiosi, quelli che parlano siciliano stretto non sempre comprensibile: sono talmente verosimili che fanno pensare ad attori presi dalla strada e chiamati a rappresentare quella mentalità mafiosa che fa parte (e lo dico con ovvio rammarico) della cultura arcaica dell'isola sìcula. Una cultura basata sull'esistenza di un sistema sociale alternativo e parallelo a quello ufficiale, insomma un altro Stato dentro lo Stato.
PS: Il film ha un finale a sorpresa che ancora non ho ben "inquadrato": surreale? geniale? grottesco? inopportuno? ridicolo? Sicuramente originale.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati