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La coccolona

Regia di Jesus Franco, Julio Pérez Tabernero vedi scheda film

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La recensione su La coccolona

di undying
2 stelle

Un mosaico composto da immagini - anche mal girate - di diversa natura. Il tentativo di fare parlare in macchina la Romay, per creare scene di raccordo, fallisce in pieno. L'erotismo è azzerato dalla trascuratezza che aleggia ovunque, a cominciare dallo script per finire con le mediocri interpretazioni.

 

locandina

La coccolona (1977): locandina

 

L'entreneuse Silvia (Lina Romay) condivide un sottotetto con un gay - in parte convertito - che si fa mantenere, avendo cura di svolgere le faccende domestiche. La ragazza non disdegna anche le attenzioni di Nicholas (Alain Petit), uno strimpellato musicista (che lei definisce meglio di Celentano) attivo politicamente a sinistra (scrive canzoni di protesta, anche se non si capisce contro chi o cosa). E, nel rispetto del detto "non c'è due senza tre", spesso ospita sotto le coperte un investigatore privato, di nome Alfonso (Olivier Mathot). Una sera viene ingaggiata da una coppia per vivacizzare un party privato. Sul tardi sia lui, che lei, favoriscono delle grazie di Silvia per poi giacere nel sonno, tutti e tre sfiniti. Al mattino per la spogliarellista inizia un'insolita esperienza: si ritrova al fianco due cadaveri, colpiti con un coltello.

 

fotobusta-2-LA-COCCOLONA-Midnight-Party-Jess-Franco

 

Il compagno gay di Silvia viene colto in flagrante mentre sfoglia una serie di riviste con foto di donne nude. Segue questo significativo scambio di battute:

Silvia: "Non mi dirai che leggi queste porcherie pornografiche, quando sei solo!"

Compagno: "Ma nooo! È che mi piace vedere le tue fotografie."

Silvia: "E con la scusa di vedere me... vedi anche le altre!"

Compagno: "Ma noooo... credimi: io guardo soltanto le tue."

Silvia: "Tesoro perdonami. Lo sai che io sono molto gelosa."

Compagno: "Ma lo sai che anche io sono molto geloso."

Silvia: "Non hai nessun motivo di esserlo, lo sai che quando sono con gli altri penso solo a te."

Compagno: "... ma con quanti altri ci sei stata oggi, eh?"

Silvia: "Aspetta... uno, due, tre, quattro, cinque!"

Compagno: "Cinque??? Ma non ti vergogni?"

Silvia: "Ma era gente seria, molto distinta... e piena di soldi!"

Compagno: "Ah... allora... BENE!" 

 

fotobusta-4-LA-COCCOLONA-Midnight-Party-Jess-Franco

 

Midnight party, come titolo originale, era un pizzico più centrato sul soggetto anche se, almeno nella versione italiana, parlare di film in senso compiuto è quasi impossibile. Il doppiaggio, penoso, fa parlare in falsetto i personaggi maschili con storpiature in tedesco maccheronico per il brutto personaggio interpretato da Franco, l'agente 0010 (la cui voce sembra essere quella di Gino Pagnani), e russo sputato per la spia Boris Popof. Quando il film inizia, Coco (così chiamata Silvia, dagli intimi) si contorce sul letto indossando solo un paio di calze nere, si rivolge al pubblico (lo farà anche più avanti) parlando in prima persona: "Non vi annoierete", esordisce, confermando il detto che la prima gallina che canta ha fatto l'uovo. La coccolona infatti, merita il primato per approssimazione e p(i)attume cinematografico. È un film noioso, raffazzonato, girato senz'arte né parte, risultato di un collage che ne fa una sorta di Frankenstein cinematografico, al punto che diventa impossibile dire a quale versione corrisponda questa edizione: se la francese di Jesus Franco o quella spagnola, rimanipolata dal regista Julio Pérez Tabernero. Ma non è finita perché, siccome "del maiale non si butta via niente", un buon 15/20% delle stesse riprese (di certo tutte quelle del night nella prima parte) sono finite nel Justine di Joe D'Amato, rivelando la buona capacità, in fase di montaggio, del nostro cineasta romano che, utilizzando un repertorio musicale di Nico Fidenco, ha saputo confezionare un buon film. L'esatto contrario di questo, che non funziona né sul versante comico, né tantomeno su quello erotico. L'impressione generale, al di là delle brutte riprese, è che il regista spagnolo senza alcun senso di continuità, abbia messo assieme immagini di repertorio cercando di tenerle unite con il sistema della narrazione con "voice over" della protagonista (una Romay qui terribile - quanto nuda - attrice) verso il pubblico. Il risultato finale è qualcosa di indecifrabile, che denota una trascuratezza generale sia sul lato tecnico sia su quello narrativo (la conclusione, in cui tutti sparano a tutti, sembra arrivare da un altro film). 

 

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Top trash 

1 - Durante un amplesso a tre, tra Silvia e una coppia di carcerieri, il piacere raggiunto dai partecipanti viene estrinsecato in un linguaggio che ha del scimmiesco. Per oltre un paio di minuti i doppiatori si abbandonano a grugniti di vario genere, a volte intercalati da sonore risate.

2 - Il carceriere crucco, guardando le nudità di Silvia stesa nel letto, domanda con accento tedesco: "Che ne diresti se io e te... fare zum zum?". Intanto sottofondo imperversa una musichetta da film comico in bianco nero (alla Stanlio e Ollio).

3 - La spia russa Boris Popof è alle  strette: il detective Alfonso lo tiene sotto tiro di pistola. Spara al centro della testa mentre la vittima è di spalle alle camera. Boris si volta, facendo un'espressione sofferta e da morente: in fronte possiamo notare la ferita... non molto profonda né troppo sanguinosa, visto che si tratta di una piccola chiazza di succo di pomodoro. Alla faccia degli effetti speciali!  

 

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Citazione 

"Dopo un po' mi sono addormentata e ho sognato di essere una professoressa che insegnava all'Università. Stavo  facendo una lezione sulla storia delle sessuologie comparate. E alla fine della lezione tutti gli studenti mi abbracciavano." (I sogni di Silvia)

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