Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
"Perchè non ve ne siete mai andati da qui?" "Andare? No... non abbiamo mai pensato di andar via". Le battute conclusive del film racchiudono tutto lo spirito che sta alla base di quest'opera chabroliana al 101%: atmosfere di provincia tinte di giallo e di nero, fra borghesi altezzosi e capricciosi, convinti di poter fare a meno di una morale poichè una morale, finora, nella loro vita non c'è stata. Scritto dal regista stesso, L'amico di famiglia (arrivato in Italia anche con il titolo Le nozze in rosso) è l'esemplificazione - una delle tante nel cinema di questo autore francese - di quanta ipocrisia e presunzione si celi negli ambienti eleganti della 'bella gente'; è un ritratto solo accidentalmente francese, poichè un discorso analogo potrebbe avere senso in tutto l'occidente cosiddetto 'civile'. La coppia Piccoli-Audran (moglie di Chabrol e utilizzata da lui spessissimo) non ha bisogno di presentazioni, nè di elogi: fa il suo dovere e lo svolge con il giusto mestiere, anche se i titoli memorabili per entrambi sono altri. Anche Jean Rabier - fotografia - è ormai storico collaboratore del regista, mentre per i costumi c'è nientemeno che lo stilista tedesco Karl Lagerfeld, già precedentemente impegnato sul set di Dieci incredibili giorni (Claude Chabrol, 1971). A Berlino arriverà un premio Fipresci, mentre per l'Orso d'oro gli sarà preferito l'indiano Tuoni lontani. 5,5/10.
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