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La guerra dei fiori rossi

Regia di Zhang Yuan vedi scheda film

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La recensione su La guerra dei fiori rossi

di IlGranCinematografo
4 stelle

Deludentissima co-produzione Italia-Cina con pretenziose velleità da cinema impegnato.

 

Anticonvenzionale lo è di certo (e forse non in senso positivo...), ma da qui a rappresentare una bandiera dell'anticonformismo ce ne passa, e parecchio: difatti, l'unico segmento degno di essere citato è quello iniziale. Dopo però che Qiang (Dong Bowen) conclude il proprio ambientamento all'interno dell'asilo, il film finisce le sue carte, diventa monotono e noioso, concedendosi pure siparietti finto-autoriali fin fastidiosi perché fuori luogo e senza senso, come quando il piccolo protagonista esce di notte a fare pipì sul cortile innevato, completamente senza vestiti: è realtà o è solo un sogno del bambino? Mistero... Per scriverlo, Ning Dai e il regista Zhang Yuan si sono basati sull'omonimo romanzo di Wang Shuo, di cui hanno frainteso il tema di fondo (quello della ribellione all'omologazione), esprimendolo mediante scene brutte o inspiegabili (l'indecifrabile finale, ad esempio). E anche tenendo conto del fatto che il tutto si svolge in Cina negli anni Quaranta, non si capisce il perché di cotanta (e ostentata) nudità infantile. Yuan dirige comunque con destrezza la mandria di quattrenni che pullulano in questa deludentissima co-produzione Italia-Cina con pretenziose velleità da cinema impegnato.

Non utilizzate al meglio le tracce musicali del nostro Carlo Crivelli.

Film DELUDENTE (4) — Bollino VERDE

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