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Hellbound: Hellraiser II. Prigionieri dell'inferno

Regia di Tony Randel vedi scheda film

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La recensione su Hellbound: Hellraiser II. Prigionieri dell'inferno

di nonsonouncritico
4 stelle

Il sequel di Hellraiser ha il gigantesco merito di non voler ripetere il prototipo, di volersi spingere oltre e mostrare aspetti che prima erano solo accennati. Il problema è che lo fa con una sceneggiatura ingarbugliata, con tanta di quella carne al fuoco che manco Spider-Man 3, e riesce a gestire il tutto con una superficialità da applausi.

 

 

La storia non sta in piedi nemmeno un secondo: Kirsty Cotton è in manicomio dopo gli eventi del primo film (premessa banalissima su cui fondare il sequel di un horror, ma ci si passa sopra), e racconta ai dottori le sue disavventure coi cenobiti aspettandosi che questi non la prendano per pazza. Il dottore che la ha in cura, casualmente, è da sempre ossessionato dall’universo macabro che si cela dietro alla scatola del primo film, la cosa viene scoperta da un suo assistente che gli si intrufola in casa (senza che la sceneggiatura si prenda la briga di spiegarci il perché), ed assiste alla resurrezione della perfida Julia, antagonista del primo film, che diventa la REGINA DELLE TENEBRE (ma chi l’ha eletta?). C’è una sottotrama con una tizia del manicomio che fa i puzzle che perché ce l'abbiano dovuta mettere io proprio non capisco.

 

 

Vengono dunque affastellate scene pazze e – per carità - ricche di inventiva, ma l’inquietudine del predecessore è lontanissima. Le cose qui succedono perché devono succedere, e nessuno rimane sorpreso, nemmeno i protagonisti: emblematica la scena in cui Kirsty entra in una stanza piena di cadaveri appesi scuoiati ed esclama “oh no, ancora!” come me quando mi accorgo che il cane l’ha fatta di nuovo in casa.

Sicuramente uno spettacolo ricco, nobilitato dal Pinhead di Doug Bradley e dalle musiche di Christopher Young, qui ancora più ispirate che nel primo film, ma davvero difficile da seguire e per nulla spaventoso (quando il primo è una delle cose più terrorizzanti mai fatte!).

L'assenza di Clive Barker in cabina di regia si sente fortissima.

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