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Hannah e le sue sorelle

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Hannah e le sue sorelle

di Ethan01
10 stelle

Capolavoro totale di Woody Allen.

Il rapporto tra Hannah (M. Farrow), Holly (D. Wiest) e Lee (B. Hershey), tre sorelle che vivono a New York, raccontato parallelamente alle vicende dell'ipocondriaco Mickey (W. Allen), ex marito di Hannah, Elliot (M. Caine), attuale marito di Hannah ma innamorato di sua sorella Lee, e Frederick (M. Von Sydow), il marito di Lee.

"Hannah e le sue sorelle" rientra senza ombra di dubbio tra i capolavori di Woody Allen: è uno dei suoi film più completi e ispirati, un racconto corale in perfetto equilibrio tra commedia e dramma, che affronta diverse delle tematiche a lui care (la crisi della coppia, la mutevolezza delle relazioni sentimentali, le nevrosi, l'insensatezza dell'esistenza, etc...) in maniera comunque leggera e accorata.
La trama è abbastanza articolata, non c'è un vero e proprio protagonista e lo spazio dedicato alle vicende di ciascuno è distribuito equamente tra i vari personaggi: l'insieme di tutte queste storie forma un mosaico variegato e particolarmente ricco. Ad aprire e chiudere il film è la cena del giorno del Ringraziamento, che diventa una sorta di momento chiave nell'economia della storia; un momento di insieme che scandisce le varie fasi della vita dei personaggi, che sembra proseguire a cicli. 
La regia è particolarmente elegante (basti pensare alle bellissime panoramiche di alcuni antichi edifici di New York nella scena in cui Sam Waterston porta April e Holly in giro per la città) e più classica che in altri film di Allen.
La sceneggiatura, firmata da Allen è come sempre eccezionale e piena di battute fulminanti; un discorso a parte merita invece il gran cast. 
Bravissime sono Dianne West, Barbara Hershey e Mia Farrow, che interpreta un personaggio per certi aspetti autobiografico, come lo è quello interpretato da Woody Allen (indimenticabile il suo Mickey Sachs); spiccano poi Michael Caine e il grande Max Von Sydow, che purtroppo però ha una parte piuttosto ridotta.
Allen fu felicissimo di lavorare con l'attore feticcio del suo idolo Ingmar Bergman: ha dichiarato infatti nella sua autobiografia uscita di recente che non riusciva a credere di star dirigendo il protagonista de "Il settimo sigillo"; allo stesso modo fu per lui un grande onore dirigere Lloyd Nolan, che tante volte aveva visto da giovane sugli schermi delle sale cinematografiche di Brooklyn. Maureen O'Sullivan, famosa diva degli anni trenta e quaranta, era anche nella realtà, come nel film, la madre di Mia Farrow. Compaiono poi brevemente anche Sam Waterston e Tony Roberts.
Stavolta Woody Allen lascia intravedere alla fine del film un barlume di speranza scegliendo il lieto fine; ben diverso sarà per "Crimini e misfatti", di qualche anno dopo, che rappresenta un'ulteriore svolta nella filmografia alleniana.
Fondamentale è poi l'elemento musicale, che comprende diverse canzoni d'epoca, tra le quali alcuni splendidi brani jazz di Harry James.
Il film è stato uno dei più grandi successi al botteghino per Allen e ha vinto tre Oscar su sette nomination. E ogni volta che lo si rivede diventa sempre più bello.
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