Regia di Richard Donner vedi scheda film
"Solo due ore" ("16 Blocks") che rappresenta
il ritorno al poliziesco di un marpione
come Richard Donner e devo dire che
non ha smentito le sue capacità e realizza
un piccolo gioiellino.
La storia tratta del detective Jack Mosley,
che è un tipo alcolizzato e sempre sconvolto.
Ma a fine turno,gli viene dato un lavoro di accompagnare
Eddie Bunker,un pesce piccolo della criminalità,
al tribunale che si trova a sedici isolati di distanza.
Sembrerebbe un lavoretto facile,ma si rende più
difficile del previsto perché quando un furgone
inizia a seguirli,le cose si complicano per entrambi.
La sceneggiatura somiglia a tratti,almeno
come idea di fondo,a "Prima di mezzanotte"
(di Martin Brest,prodotto del 1988) e Donner cerca di
omaggiare il filone poliziesco degli anni '70/80 in un modo pregevole e coinvolgente.
Il Film si svolge nelle strade di New York,
e Jack Mosley beve come una spugna
(tra l'altro lo chiama così quello che
l'accompagna) è un parente di
John McClane,con la differenza che
questo personaggio è malinconico,
intuitivo e istintivo e ligio al dovere,
e Bruce Willis è talmente
straordinario a interpretarlo che a tratti
prende tutta la scena.
Con lui c'è questo sorprendente Attore
di colore Mos Def nel ruolo di Eddie Bunker,
che con la sua parlantina di torte al gelato,mette un pò di ironia
anche nelle situazioni drammatiche e risulta
molto credibile,e poi il cattivo di turno,
il poliziotto corrotto Frank Nugent,interpretato
da un grandissimo David Morse.
Donner ambienta la storia nell'arco di una
giornata dove ai due succede di tutto,
perché sono inseguiti da poliziotti corrotti
che non vogliono che il testimone non
vada a fare la sua deposizione per
non mettere dei guai dei poliziotti,
e cercano di mettere in cattiva luce
Jack Mosley,ma si saprà solo alla fine perché
fa tutto questo e sarà spiazzante.
In conclusione un buon poliziesco che è
indipendente dalle grandi Major,
realizzato con un Budget limitato e omaggia
il filone per le strade di New York citando
"L'uomo nel mirino" e "Vivere e morire a
Los Angeles",e lo fa muovendo la macchina da presa
a spalla coinvolgendoti nella vicenda in maniera assoluta
dentro la storia e ti senti come un prodotto
di quelli che si facevano una volta,
che però purtroppo cade nel finale,
che è troppo Americano e scontato
rovinando l'atmosfera,però il tutto risulta
comunque gradevole.
Il mio voto: 7.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta