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V per Vendetta

Regia di James McTeigue vedi scheda film

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La recensione su V per Vendetta

di VictorVenturelli
8 stelle

Cos’è la libertà se non la possibilità di portare avanti un’idea?
Quanto siamo disposti a perseguirla e a sostenerla, senza che ce ne venga imposta una a tal punto da perdere ogni possibile forma di emancipazione morale? Saremmo in grado di offrire la nostra vita per essa?
Questi i principi che muovono l’enigmatica e determinata figura mascherata di V., un’uomo di ideologia anarchica che contrasta il governo di una Londra futuristica (siamo nel 2019) abbandonata ad un regime totalitario e repressivo.
La ricerca di consenso e la consapevolezza che per essere ricordati è necessario avere una visibilità adeguata lo portano a compiere atti terroristici plateali, sempre accompagnati da video messaggi dove vengono esaltati i principi cardine di una politica basata sulla libertà individuale e l’unione del popolo contro lo Stato, definito tiranno e capace di soverchiare con l’uso della forza qualsiasi atto di dissenso.
E’ proprio in questo contesto dispotico e autoritario che V. incontra la figura della giovane Evey Hammond, un’orfana che cela nel suo animo un rancore e un sentimento di vendetta per l’attuale governo che l’ha privata della sua famiglia. Nasce così un connubbio tra la ragazza e l’uomo camuffato, che diventerà mentore e soprattutto la aiuterà a riscoprire una pace interiore che da troppo tempo non conosceva, donandole quella sicurezza tanto ambita e l’opportunità di ottenere una sorta di rivincita ai danni della cerchia amministrativa, capitanata dal dittatore Adam Sutler.
Un thriller politico che rappresenta una critica ai governi dittatoriali e corrotti nel mondo; a tutti coloro che, pur di mantenere alta la propria sfera di privilegi, sono disposti a ledere la libertà altrui, V. e Evey lasciano un messaggio: “l’Equità, la Giustizia, sono più che parole, sono prospettive!” e in quanto tali vanno perseguite dal popolo che deve rinascere dalle proprie ceneri, cercando di porre le fondamenta per uno Stato liberale, lontano da ogni tipo di sopruso che può privare l’uomo comune della libertà fisica, ma soprattutto morale.
Libertà di espressione e di opinione che permettono al dialogo e quindi alle parole di sovrastare l’uso incoerente e spesso gratuito della forza, “perche esse non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato” delle cose.
In questa pellicola tutto sembra funzionare, dai dialoghi e monologhi di V., sempre intrisi di citazioni letterarie che risaltano la vasta cultura del protagonista, alla capacità interpretativa di Natalie Portman (attrice di origine israeliana nota per il ruolo della Regina Amidala nella saga di Star Wars) che con un’intensità emotiva davvero stravolgente è capace di donare al suo personaggio quell’umanità e quella credibilità che poche attrici sarebbero in grado di dare.
Il regista ci catapulta in una realtà completamente attuale, dove ancora oggi molte popolazioni sopravvivono ad un governo di repressione, in cui spesso l’uso della forza militare assume pieno controllo sulla libera scelta dell’individuo, minimizzandone ogni atto di pensiero e portandolo ad essere alla mercè di un dittatore.
Un film ben fatto che, oltre a porre spunti di riflessione davvero interessanti dal punto di vista politico, è capace di coinvolgerci e trascinarci per l’intera durata all’interno della vicenda.
L’unico punto a sfavore è dato dalle azioni compiute dal protagonista che si pone come chiaro esempio di quel fanatismo politico capace di trasformare un messaggio di sani principi e valori in un atto violento che sicuramente non può e non deve essere condiviso.

 

scritto da Victor Venturelli

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