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Il lungo viaggio verso la notte

Regia di Sidney Lumet vedi scheda film

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La recensione su Il lungo viaggio verso la notte

di Antisistema
7 stelle

"La messa in scena in una rigorosa unità di tempo e spazio, di uno spietato gioco al massacro di una famiglia americana"

 

Premetto che ho visto l'interminabile versione integrale da quasi 3 ore editata di recente anche in DVD nel nostro paese, ma nonostante questo, lo trovo comunque film molto buono. Diciamo che vista l'estenuante lunghezza, la teatralità del tutto la si patisce in molti momenti (specialmente verso il finale), nonostante comunque Lumet ci metta tutto il mestiere di cui è capace per tentare di rendere più digeribile cinematograficamente questo film (anche se non ci riuscirà mai del tutto, pur essendo un mago nella gestione degli spazi chiusi). Quest'opera quindi più che basarsi sulla regia, poggia fondamentalmente sui dialoghi e sopratutto sugli attori. Assistiamo infatti nel corso di quasi 3 ore, ad uno spietato gioco al massacro da parte dei componenti di questa famiglia, che ricorda vecchi rancori seguiti immediatamente da repentine rappacificazioni; in una circolare quanto estenuante invettiva reciproca.
Quello che ha un pò fregato Lumet a mio avviso sono due cose:

- Durata eccessiva. Praticamente l'opera teatrale di Eugene O'Neill è stata presa pari pari e trasposta così com'è.
- Ripetitivtà dello schema narrativo (invettiva - rappacificazione; contro-invettiva e nuovamente rappacificazione; il tutto ripetuto 3-4 volte per gli stessi argomenti e situazioni... per 3 ore stucca un pò. Katherine Hepburn si fà di roba almeno 5-6 volte in tutto il film sempre con il medesimo schema per esempio).

Per quanto concerne gli attori, abbiamo un'ottima Katherine Hepburn che naturalmente recita come di consueto il ruolo della solita vecchia stronza; ma siccome è nata per parti del genere, tratteggia alla grande questo personaggio. Ci ritroviamo innanzi ad una ex-tossicomane che si era rifugiata nella dipendenza per sfuggire alla miseria della sua solitudine esistenziale (tema caro ad Eugene O'Neill), mentre suo marito (vecchio avaro) e il figlio Edmund sono alcolizzati, mentre l'altro è probabilmente malato di tubercolosi. In sostanza ogni personaggio è sporco e marcio dentro ed ha una dipendenza da affrontare. La Hepburn è brava, anche se fin troppo teatrale (se tenesse apposto quelle mani... noto che nelle interpretazioni della vecchiaia, ha accentuato questa sua caratteristica in modo esponenziale, anche se alla fine ha vinto il premio a Cannes per la sua interpretazione, venne nominata agli oscar e comunque lei la considera una delle sue interpretazioni migliori della sua carriera), mentre ho trovato perfettamente all'altezza sua i suoi partner maschili (in primis Stockwell e Richardson). tutti e quattro vinceranno il premio per la miglior interpretazione al festival di Cannes comunque, quindi il livello recitativo è molto alto.
Nonostante l'evidente teatralità dell'opera, il finale potentissimo unisce in modo intelligente cinema e teatro e m'ha ricordato quello altrettanto significativo del film Santantago di Bela Tarr (1994) a livello concettuale.

 

Katharine Hepburn

Il lungo viaggio verso la notte (1962): Katharine Hepburn

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