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Un giorno di terrore

Regia di Walter Grauman vedi scheda film

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La recensione su Un giorno di terrore

di Baliverna
8 stelle

E' un buon esempio di tensione cinematografica in spazi chiusi, che cresce fino quasi a tormentare lo spettatore verso la fine. Un elemento che l'aumenta è la salvezza sempre a due passi, o a pochi centimentri, eppure irraggiungibile.
In generale è un film che mette in scena cosa sia l'egoismo umano assoluto, di chi guarda solo al proprio vantaggio materiale personale, e non conosce nessuna forma di pietà o di solidarietà, neppure quella tra delinquenti e compagni di scorribande. Gli inquietanti personaggi che fanno irruzione nella casa sono dei veri sciacalli, sia quanto alla razzia di oggetti che fanno, sia nei confronti della donna bloccata in quella specie di gabbia, e pure tra di loro. Sono più che avidi e spietati, sono sadici. Essi, assieme al ricettatore, sono uno spaccato di come stavano diventando certi settori della società americana. Tramite la radiolina della donna, e i brani di trasmissioni che si sentono, il regista intende lanciare un grido d'allarme per un mondo che stava diventando sempre più disumano. E la cosa è infatti andata avanti, perché le situazioni inscenate nel film non sono così diverse da certi fatti di cronaca che succedono ogni tanto oggi in Italia.
La tremenda esperienza che capita alla donna vittima la costringe violentemente anche a ripensare alla propria vita e al suo rapporto col figlio, verso il quale esercita una sottile ma tenace influenza. Non parlerei di amore incestuoso, ma di attaccamento morboso e possessivo sì. Non vuole che se ne vada di casa, nonostante sia più che adulto ormai, e cerca trattenerlo con ogni pretesto. Sono tecniche abili e camuffate, ma il figlio percepisce più che chiaramente come la madre lo tenga legato, e si sente proprio soffocato. E' una situazione non rara in casi in cui, come nel film, si ha una madre con un figlio, e un padre-marito che per qualche motivo non c'è più. La situazione limite in cui si trova la donna, porta inoltre alla luce anche una vena di cattiveria che era latente dentro di lei; la si vede ad esempio nei tentativi che fa per uccidere il capobanda.
Olivia De Havilland è come sempre brava, e ha ancora un suo fascino nonostante l'età non più giovane. E' efficace specie nelle scene di disperazione e di esasperazione. James Caan è un perfetto delinquente senza scrupoli.
Il finale porta un certo sollievo dopo l'incubo e la terribile tensione, ma il fatto di lasciare un grosso interrogativo sul figlio della donna gli conferisce una certa inquietudine. Comunque è un finale riuscito. Nonostante le efferatezze e la cattiveria che inscena, non direi che è un film sgradevole. Forse proprio per il suo suscitare orrore per i personaggi e le loro azioni, mostrati sotto una luce decisamente negativa, rende il divieto ai minori quasi sbagliato. Altro è l'indifferenza con cui viene mostrata la violenza in altri film.

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