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Violenza ad una vergine nella terra dei morti viventi

Regia di Jean Rollin vedi scheda film

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La recensione su Violenza ad una vergine nella terra dei morti viventi

di undying
6 stelle

Opera minore nella filmografia di Rollin, che presenta comunque diversi motivi di interesse per la solita attenzione riposta dal regista alla forma. Le frisson des vampires è, in buona sintesi, un affascinante caleidoscopio di immagini barocche, sensuali, immerse in un clima onirico e fantastico.

 

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Isa (Sandra Julien), in viaggio di nozze con il marito Antoine (Jean-Marie Durand), raggiunge un antico castello abitato dai suoi due cugini solo per scoprire, appena giunta a destinazione, che questi sono morti il giorno prima. Ospitati dalla gentile Isabelle (Nicole Nancel) e dalla restante servitù, gli sposi decidono di dormire in stanze separate dato lo stato d'animo di Isa. Durante la notte, Isa viene colta di sorpresa e sedotta da Isolde, che le rivela non solo di essere una vampira, ma anche che i suoi cugini non sono affatto sepolti, poiché anche loro trasformati in uno stato di non morte, che richiede sangue dei vivi come nutrimento.

 

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Pessimo il titolo italiano, tra l'altro facilmente confondibile con il quasi omonimo film di Jesus Franco, Una vergine tra i morti viventi, poi ridistribuito con inserti girati proprio da Rollin come I desideri erotici di Christine. Gli elementi del cinema fantastico caro al cineasta francese ci sono proprio tutti: castelli, cimiteri, vento perenne, vampire seminude quando non nude, interni barocchi, spiagge deserte e sottofondo (notturno) di versi animali (civette, gufi e barbagianni). Fotografato con attenzione a dare risalto agli accesi colori (con predominanza di tonalità in rosso), Le frisson des vampires (traducibile come "il brivido dei vampiri") oscilla spesso tra cinema alto (le riprese circolari alternate a simmetriche geometrie) e basso (le interpretazioni del cast maschile, le derive causa sceneggiatura che dal secondo tempo in poi crolla sfiorando il puro nonsense). Nonostante siano tanti i difetti, la mano di un regista fortemente poetico (in senso romantico e gotico) riesce a realizzare diversi momenti di estrema efficacia. A partire proprio dall'inizio, con ripresa in moto rotatorio (in senso orario) di due ragazze che, muovendosi con enormi candelabri, vengono riprese con alternanza del buio dal centro di una camera del castello.

 

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Per non parlare poi dell'entrata in scena di Isolde (fuoriuscita da una enorme orologio a pendolo in parete, divenuta emblema del cinema rolliniano), o delle liriche immagini - a contrasto - che ritraggono Isabelle (vestita a lutto) e Isa (in abito da sposa) in raccolta davanti alla cripta del cimitero. Ancora: ammaliante figura la processione notturna (con musica a ritmo di tamburo) che accompagna il cadavere di Isabelle attraverso lapidi e tombe; mentre allucinata, inattesa e fantastica appare una delle tante entrate in scena di Isolde, in uscita dalla cappa di un enorme camino.

 

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Chiaro esempio di cinema che, contro ogni logica, accarezza l'immaginario con una lunga serie di visionare e oniriche sequenze. L'erotismo c'è, ovviamente - declinato solo in chiave femminile e omoerotica - essendo uno degli ingredienti fondamentali nella cinematografia di Rollin. Per chi intendesse prenderne visione è consigliato recuperare la versione uncut (restaurata in HD e con audio inglese), che presenta una durata complessiva di 95 minuti contro le due pessime edizioni italiane targate Mosaico, delle quali una ferma a 90' e, la peggiore in assoluto, a 79'.

 

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"Esistono creature particolari, chiamate vampiri. Qualcuno di noi ha prove della loro esistenza. Nonostante noi non abbiamo assoluta certezza riguardo alla nostra triste esperienza, gli insegnamenti e le testimonianze del passato sono prova sufficiente per persone con occhi ben aperti." (Bram Stoker)

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