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Il gatto

Regia di Luigi Comencini vedi scheda film

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La recensione su Il gatto

di giurista81
9 stelle

Irresistibile grottesco che utilizza, in modo farsesco, gli stilemi del giallo hitchcockiano (Tognazzi che sbircia col binocolo nel cortile e negli appartamenti) per realizzare un intreccio folle che arriva, da due idioti, a scuotere le fondamenta della Repubblica e tutto per colpa di un gatto ("Commissario, ci sono al telefono quelli del gatto...").

Un coppia di avidi fratelli, che lottano per accaparrarsi le fette di mortadella e mandano in avanscoperta il loro gatto per rubare il cibo ai vicini, combatte per far cacciare tutti gli inquilini dal loro stabile. I due, gli eccelsi Ugo Tognazzi e Mariangela Melato, si sono accordati di vendere la loro proprietà a un avvocato disposto a pagare fior di quattrini solo dopo che lo stabile sarà completamente liberato dagli ospiti.

L'assassinio del gatto, attentato in svariati modi da tutti i condomini (preso a fucilate, minacciato da tagliole, da tappeti di tinta, polpette avvelenate), smuove i due, un improvvisato detective privato e un'accanita lettrice di Gialli Mondadori, che iniziano a indagare con l'intento di far arrestare l'inquilino autore del crimine, così da poterlo spuntare dalla loro lista. L'indagine, tuttavia, porta a far emergere, di volta in volta, una serie di piste di indagine che, pur non avendo nulla a che fare con la morte del felino (in realtà non ucciso volontariamente da nessuno), conducono alla scoperta di altri delitti (sfruttamento della prostituzione, spaccio di droga, associazione di stampo mafioso, crimini di guerra) per i quali viene chiesto l'intervento della polizia rappresentata dallo sventurato Commissario Francisci (l'ottimo Michel Galabru), che non ne prende mai una venendo costantemente cazziato dal questore. Alla stregua di un effetto domino, i due riusciranno a liberare l'intero palazzo arrivando persino a far montare un processo trasmesso in diretta dalle televisioni per implicazioni di stampo mafioso nelle alte sfere della politica italiana.

Satirico, grottesco e molto divertente, il giallo di Comencini, qua prodotto da Sergio Leone, è davvero spassoso e intelligente. Girato con un certo gusto, pur se non capace di suscitare tensione, omaggia palesemente Hitchcock fin dall'inizio, con un gatto che, come in Caccia al Ladro (1955) e come farà un paio di anni dopo Lucio Fulci per Black Cat,si muove sornione sui tetti per andare a caccia di cibo da rubare. Buoni i movimenti di macchina di Comencini, abile anche a scandire un buon ritmo.

Tra gli attori si nota, in una piccola parte, Mario Brega. Eccezionale e memorabile la colonna sonora di Ennio Morricone, spesso suonata nei concerti e con un sound che rimanda alle gangster story. Da segnalare infine il David di Donatello, il quarto della sua carriera (ne vincerà sei), conquistato da Mariangela Melato quale migliore attrice protagonista (gioca con la sensualità nella folle scena di seduzione di Philippe Leroy). Della serie: quando parte un'indagine non si sa mai dove si andrà a parare... Da avere in cineteca.

 

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