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La cura del gorilla

Regia di Carlo Arturo Sigon vedi scheda film

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La recensione su La cura del gorilla

di FilmTv Rivista
4 stelle

Sandrone, detto il Gorilla, soffre sin da bambino di una particolare forma di sdoppiamento della personalità. Gli basta appisolarsi un secondo che da Gorilla si trasforma in Socio: l’uno cialtrone, bonario, timidamente sofferente; l’altro sicuro, violento, cinico, brutale, razionale e freddo. Il primo si guadagna il pane come investigatore senza licenza, senza arte né parte, come bodyguard sfigato, come accompagnatore di “star”. Il secondo, quando riesce a prevalere, cerca di risolvere alla sua maniera casi intricati. Come l’omicidio di due albanesi, fratello e sorella, da parte di alcuni ceffi di un clan dedito ai traffici di droga e di prostituzione. Tratto dall’omonino romanzo di Sandrone Dazieri (Einaudi), il noir comincia con un collage di sequenze scartate da un immaginario alla Nirvana (il produttore è lo stesso: Maurizio Totti), poi trasvola nella commedia sentimentale, quindi nel giallo e mai in una dimensione originale, compiaciuto già di essere un film quando, al massimo, farebbe bella figura in televisione. A Claudio Bisio, perfetta spalla zelighiana e attore maturo nei teatri, l’alchimia chimica del grande schermo non si addice. Funzionano meglio Bebo Storti e Stefania Rocca, mentre al grande Ernest Borgnine la trasferta non rende grazia. Irricevibile l’ingombrante voce fuori campo, che denuncia limiti narrativi. La regia è bloccata e il respiro è cortissimo.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 6 del 2006

Autore: Aldo Fittante

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