Regia di Carlo Arturo Sigon vedi scheda film
Sandrone, detto il Gorilla, soffre sin da bambino di una particolare forma di sdoppiamento della personalità. Gli basta appisolarsi un secondo che da Gorilla si trasforma in Socio: l’uno cialtrone, bonario, timidamente sofferente; l’altro sicuro, violento, cinico, brutale, razionale e freddo. Il primo si guadagna il pane come investigatore senza licenza, senza arte né parte, come bodyguard sfigato, come accompagnatore di “star”. Il secondo, quando riesce a prevalere, cerca di risolvere alla sua maniera casi intricati. Come l’omicidio di due albanesi, fratello e sorella, da parte di alcuni ceffi di un clan dedito ai traffici di droga e di prostituzione. Tratto dall’omonino romanzo di Sandrone Dazieri (Einaudi), il noir comincia con un collage di sequenze scartate da un immaginario alla Nirvana (il produttore è lo stesso: Maurizio Totti), poi trasvola nella commedia sentimentale, quindi nel giallo e mai in una dimensione originale, compiaciuto già di essere un film quando, al massimo, farebbe bella figura in televisione. A Claudio Bisio, perfetta spalla zelighiana e attore maturo nei teatri, l’alchimia chimica del grande schermo non si addice. Funzionano meglio Bebo Storti e Stefania Rocca, mentre al grande Ernest Borgnine la trasferta non rende grazia. Irricevibile l’ingombrante voce fuori campo, che denuncia limiti narrativi. La regia è bloccata e il respiro è cortissimo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta