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La città perduta

Regia di Marc Caro, Jean-Pierre Jeunet vedi scheda film

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La recensione su La città perduta

di bradipo68
8 stelle

La mancanza di sogni fa invecchiaare troppo precocemente.E'quello che succede a Krank,essere creato in laboratorio condannato ad invecchiare a velocità supersonica a causa della mancanza di sogni.E per questo fa rapire bambini nella vicina città portuale.I quali dal canto loro non possono far altro che avere incubi in questa situazione forzata.E dovranno essere liberati.Li avevo già amati con Delicatessen e ora con questo film confermano la loro grandezza,misconosciuta.Jeunet e Caro probabilmente hanno influenzato un certo tipo di fare cinema dal 1990 in avanti mescolando arditamente visioni oniriche di felliniana memoria,la visonarietà cupa e potente del primo Gilliam(quello di Brazil per intenderci) e sprazzi del cinema gotico di Tim Burton.Il tutto filtrato attraverso la lente deformante del fumettista.Vengono creati personaggi oltre le righe dello spartito,situazioni oltre il paradossale,si parla di bambini forse come mai si era fatto.E'un mondo pieno di freaks ,pieno dei macchinari con meccanismi arzigogolati che sono tanto cari a Jeunet,una fiaba nera come la notte ma fotografata in toni ocra dalla fotografia incredibile di Darius Khondij.Il mondo che viene creato così artificiosamente(la città portuale,la piattaforma) appaga decisamente l'occhio,il film ha dalla sua un intelaiatura visiva davvero convincente con accelerazioni improvvise e all'apparenza incontrollate verso il grottesco(i ciclopi che vengono pagati con occhi,le pulci che sembrano meccanizzate,il cervello parlante che nella versione originale ha la voce di Jean Louis Trintignant).Nel film a essere protagonisti sono i bambini ma non è un film riservato a loro:si aprla di violenza su bambini,di sogni rubati,viene tratteggiato un mondo troppo oscuro,mefistofelico nella sua asetticità metallica,troppo inquietante per poter essere ca(r)pito dalla mente di un bambino.E in più si aggiunge il rapporto non limpidissimo tra One e la bambina.Amore?Un film europeo che non ha nulla da invidiare al cinema americano,anzi da cui Hollywood ha attinto a piene mani metabolizzandone la lezione,dimostrando ancora una volta quanto gli americani sono avanti a noi.Infatti in Europa all'epoca fu un grande insuccesso.Ingiustamente.Ci sono più idee in questo film che in intere stagioni cinematografiche,è un cinema sfacciatamente moderno,troppo moderno forse per poter essere compreso.La sua ironia sghemba,le sue facce quasi da film muto,i personaggi di calcolata diversità(le sorelle siamesi,la moglie nana clonata ecc ecc)ne fanno quasi un pezzo unico,una specie di Gronchi rosa da custodire gelosamente.Anche qui Dominique Pinon con la sua faccia asimmetrica da fumetto fa la parte del leone,ma sono ottimi anche il "mostruoso" Perlman e lo scienziato pazzo Emilfork.Una visione non per tutti.Astenersi i non appassionati.

Su Judith Vittet

ottima

Su Daniel Emilfork

uno scienziato pazzo assolutamente irresistibile

Su Ron Perlman

bravo,unico americano in un film francese

Su Dominique Pinon

il feticcio di Jeunet e Caro:una faccia da fumetti

Su Marc Caro

tra i pochi a fare cinema originale,immediatamente distinguibile

Su Jean-Pierre Jeunet

tra i pochi a fare cinema originale,immediatamente distinguibile

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