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Yakuza

Regia di Sydney Pollack vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Yakuza

di GIMON 82
8 stelle

Una terra rituale,nelle virtu' o simbologie arcaiche,i numeri 3 - 8 e 9 a comporre il numero 20,la somma sfortunata appartenente alla Yakuza,crogiuolo di malavita nipponica.Yakuza è il titolo del film,ovvero una societa' a delinquere,oppure insieme di regole ataviche figlie del "bushido" dei Samurai.Un mondo non abbordabile,una casta del crimine al profumo millenario,dove abbondano disegni sull'epidermide:draghi,geishe,carpe,fiori di ciliegio ed ideogrammi a manifestarne l'appartenenza ad un corpo speciale,(ri)conosciuto dalla legge,dove l'onore,lealta' e dignita' sono marchiati a vita.Un mignolo tranciato ha la valenza d' espiazione dal peccato,ti sottrae dalla morte certa  consegnandoti alle "glorie" precostituite.Il Giappone criminale è frutto di queste regole, è quello conosciuto da Leonard Schrader,durante un soggiorno di quattro anni,ad insegnare inglese in una scuola nipponica.Addirittura fu preso in ostaggio da studenti facinorosi,appartenenti ad un organizzazione estremista.

Non avendo cosa fare nel tempo libero,Leonard si rifugia nei bar dei bassifondi di Tokyo.Ed è qui che capta,assimila ed impara il mondo delle Yakuza.Tornato in America,depresso e in crisi col mondo,Leonard incontra il fratello Paul,anch'egli col piede nell'abisso,ma perlomeno in Leo nasce un idea:scrivere un soggetto sulla malavita nipponica.I fratelli maledetti Schrader,piu' lo sceneggiatore Robert Towne,ovvero il gotha dello script della New Hollywood,a dar vita ad un noir eccelso,ambientato tra profumi e colori orientali.Il timone registico è affidato al "condor" Sidney Pollack,il cast è composto da Robert Mitchum,Brian Keith,Ken Takakura a riscriverne le atmosfere rarefatte e pregne d'"onore" del Giappone millenario.L'aura "settantiana" della Hollywood giovane si respira a piene narici,in atmosfere noir,dalla carica lucida,dove l'emozione riflette il carattere nipponico,chiuso e diffidente,l'implosione piu' che l'esplosione regna incontrastata.Pollack sceglie carrellate e piani sequenza in un suggello teso,di  energia al sapore di "wung-xia".

La vicenda ha uno spessore intricato e i colpi di scena non mancano.Mitchum è un ex poliziotto,passato dalla guerra in Giappone, ed innamoratosi di Eiko,quando rientra il "fratello" della donna lo" Yakuza" Ken, il poliziotto Kilmer rientra negli States.Il suo ritorno in oriente dopo vent'anni è dovuto ad un favore che Kilmer fa ad un losco affarista, in rotta di collissione con le Yakuza,che gli rapiscono i figli.Kilmer conosce il Giappone e ha contatti importanti,riesce nel suo compito,ma dietro ci sono segreti e trame losche che Kilmer affrontera' in una discesa impervia,di sangue e furore di spada."Yakuza" rappresenta  una storia criminale di facciata,gli intenti registici mostrano riti antichi e ostici per l'occidente ma parte del sistema vitale di una casta ristretta.La regia del "condor" ha un passo celere e sicuro,curandone gli ambienti ed una fotografia suadente al colore di "noir".

 

 

Si potrebbe pensare al filone del classico "noir" di matrice "settantiana",con uccisioni,trame ed intrighi,la "superficie" del film è cosi',ma l'introspezione dei personaggi è precisa,scoperchiando cosi' l'inedito aspetto emozionale e sentimentale,in film dal tocco prettamente "duro".L'amore,l'amicizia e la dignita' sopravvivono sempre, nello sfondo criminoso,gli attori offrono prove superbe. Mitchum,ex sbirro disilluso e perdente nei sentimenti a cui si frappone Takakura;nipponico diffidente ma pregno di lealta' e dignita' arcaiche.Tra loro vi è l'onda nostalgica di Eiko,"contesa" dai due,all'inizio del film vi è un passaggio emblematico,dove scorre un album di foto ingiallite,su note malinconiche e soavi,il viso di Kilmer e Eiko,racconta di un rimpianto antico e mai sopito che ritorna a galla.Il Giappone di Pollack è una terra di violenza "dignitosa" che sopravvive al tempo,un opera agrodolce nel noir atipico,seguente uno schema classico,ma ricco di tensione palpabile.Le Yakuza sono un mondo a se,dove pero' la dignita' leale dello "straniero" riesce a lasciare il suo segno per sempre,nella pelle e nel cuore.....Voto 7,5

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