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Libera, amore mio!

Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film

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La recensione su Libera, amore mio!

di lamettrie
10 stelle

Un capolavoro. Nella sua apparente semplicità, è un film perfetto per quel che vuole dire. È un serio inno alla libertà, all’odio di ogni servitù, alla vera dignità: un film antifascista, infatti.

Di una intensità, e autenticità, umana massima. Non ci sono idealizzazioni: ma gli affetti e le contraddizioni delle persone, con tutti i loro limiti, assieme ai pregi con cui cercano di vivere meglio che possono, fino in fondo.

La Cardinale è indomabile: il che bene quando ciò serve a non aver paura delle persone malvagie. Ma è anche arrogante e scriteriata: muore per questi difetti. Ha pagato sulla propria pelle cosa vuol dire essere liberi senza riguardo ai limiti sani che la propria libertà deve avere. Libera davvero, fino in fondo, anche troppo.

Il marito le vuol bene: anche se è un debole alla fine è contagiato dall’esempio positivo della moglie. La loro storia d’amore è credibilissima, pur tra persone così diverse, e proprio complementari. E ne è contagiato anche il figlio,a  dimostrazione di quanto sia importante l’esempio, quando si tratta di incarnare le scelte più importanti della propria vita.

Superbo Adolfo Celi, nei panni dell’anarchico: quando può recitare il franco, vigoroso e libero, privo di compromessi, dà il meglio. La Cardinale è straordinaria, ma tutto il cast è alla sua altezza.

Il fascismo è giustamente mostrato come obbrobrioso: il suo rappresentante Leroy fa schifo, umanamente parlando. Si vede bene il dramma del confino e della censura sulla vita quotidiana. Non si può esprimere una libera e corretta critica, se non a pena di svantaggi personali tremendi.

Giusta è anche la critica del periodo subito dopo il fascismo Leroy è ancora lì , ma solo più mite e ripulito. L’amnistia verso i fascisti fu una colpa gravissima, che Libera denuncia ad alta voce, in linea con la peggior tradizione italiana del compromesso malato (e si ricorda che ci sono anche i compromessi giusti, ovviamente; quello non fu affatto il caso, però).

Giusta la critica contro il nazismo,  ei suoi metodi condivisi dai fascisti: chi attacca per primo, e per di più ed è più violento, ha tutto il torto; chi si difende come può, e per di più con mezzi inferiori, e ha molti meno torti; è una verità che è inutile cercare di negare aggrappandosi al vetro della retorica, come a molti è stato concesso di fare.  

Bella la musica di Morricone, che incornicia la vita realistica. Un film che scorre veloce. Commuovente.

Un’opera d’arte volutamente oscurata: troppa verità sulla libertà fa sempre male in Italia, ahinoi.

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