Espandi menu
cerca
Collateral

Regia di Michael Mann vedi scheda film

Recensioni

L'autore

LorCio

LorCio

Iscritto dal 3 giugno 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 145
  • Post 34
  • Recensioni 1625
  • Playlist 251
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Collateral

di LorCio
8 stelle

«L’hai ucciso?». «No, gli ho sparato». Quello che sembrava soltanto un cliente generoso si rivela per un taxista sognatore la più imprevedibile delle disgrazie. Tutto circoscritto in una notte che è un eufemismo definire travagliata, Collateral è un filmone soprendente. I due protagonisti, speculari e di diversa cultura educativa, vivono la Los Angeles del dopo mezzanotte in modo altamente pericoloso: infatti, il cliente generoso (che aveva offerto una cospicua somma di danaro al taxista qualora gli avesse prestato servizio a tempo indeterminato) si chiama Vincent e di professione fa il killer su commissione, e quella notte deve uccidere cinque persone. Prima che lo capisca, Max (l’altro uomo, l’opposto di Vincent) ne impiega di tempo, e solo alla fine riuscirà a ribellarsi a quella debordante e stupida carneficina. La notte (specialmente a Los Angeles) non è mai stata così buia come in questo apologo sporco e ruvido sulle ragioni della violenza e sulle sue radice profonde e radicate nel tessuto sociale ed antropologico del Paese americano. Il film fila via con brutale fluidità, inanellando un omicidio dietro l’altro con disgraziato cinismo, come un incubo notturno senza fine. D’altronde l’opera filmata in digitale Michael Mann mai così scatenato e scoraggiato è uno stato d’animo ibrido in cui si incontrano e si scontrano la claustrofobia e l’assenza della speranza. Sembra impossibile evacuare da un mondo così sprezzante e criminale, e per questo i dialoghi tra Max e Vincent si inseriscono perfettamente in un’atmosfera brutta, sporca, cattiva («Allora tu come sei?», chiede lo smarrito taxista; «Indifferente», risponde senza emozioni il killer). Collateral è una metafora della violenza del quotidiano, terribile come una raffica di spari prima sul petto e poi sulla testa, disperata come una melodia di jazz. A dare vita ai due protagonisti ci sono un Jamie Foxx, straordinario e spaurito autista, e soprattutto un magnifico, vissuto, agghiacciante Tom Cruise, professionista del crimine, alla sua migliore interpretazione. La convulsa scena della strage in discoteca è crudelissima, perché è allegoria delle nostre paure e dei nostri dubbi dell’anima. Per non parlare dell'ultima mezz'ora: da brividi. Insomma, un film da urlo.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati