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La mia vita senza me

Regia di Isabel Coixet vedi scheda film

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La recensione su La mia vita senza me

di LorCio
8 stelle

Ha una vita dominata dall’incertezza mischiata all’amore, come solo i disperati riescono a concepire: Ann, ventitré anni, antibambocciona, un bel marito, due figlie piccole, un lavoro modesto di notte, un padre in galera. E un tumore maligno che sconvolge tutto, senza discriminazioni. Prima di andarsene via, però, come sarebbe bello fare tutto quel che non si è fatto nei precedenti ventitré anni. E dunque si fa le unghie dall’estetista, registra nastri per i compleanni delle figlie fino a diciotto anni, va a trovare il padre galeotto, si (r)innamora. Come immaginare una vita, che comunque deve andare avanti, anche senza il coinvolgimento di lei stessa?

 

 

Melodramma al calor bianco, declinato sui registri del dramma esistenziale, privo di turgori ridondanti, essenziale nella sua elegante calibrazione tra conseguenze dell’amore e pianificazione del “dopo di me” e del “senza di me”, è un film bellissimo: mai ricattatorio, evita il banale patetismo dell’esposizione e della rappresentazione dell’angoscia, garbato e rabbioso a contempo (Ann non si chiede mai “perché proprio a me?”, ma cerca di andare oltre, districandosi tra il “carpe diem” dell’amore sfuggente e la maturità del rapporto familiare e sociale declinato al futuro anteriore), fotografato e vissuto con il lucido dolore che solo chi ha davvero sofferto riesce a concepire, attraversato da una vena di malinconia secca ed arida. Isabel Coixet (prodotta da Pedro Almodòvar, le cui corde basilari – seppur elaborate in maniera diversa – si ritrovano in questo film, specialmente quella degli ultimi anni, da Tutto su mia madre a Volver) appassiona, colpisce, realizza una manciata di scene memorabili (Polley e Ruffalo che ascoltano Senza fine in macchina; ancora Senza fine al supermercato; la straziante registrazione degli auguri di compleanno; il racconto dell’altra Ann), e si affida alla grande perfomance di una Sarah Polley strepitosa, la cui anima ferita traspare in un corpo di minuta sobrietà.

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