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Berlin Alexanderplatz (primo episodio)

Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film

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La recensione su Berlin Alexanderplatz (primo episodio)

di diego
stelle

EPISODIO 1:
Il film parte in maniera notevole abbozzando il carattere del suo protagonista, incerto sul da farsi e timoroso di tornare a vivere in quella Berlino che da quattro anni non conosceva più. La regia è funzionale al racconto: la mdp inquadra dal basso verso l’alto enormi palazzoni con vertiginosi movimenti: Franz ha paura e la libertà non è che un’altra prigione. Due rabbini sono i primi incontri che capitano a Franz, in loro c’è tutto ciò che è l’umanità.
Attaccato dai ricordi del passato, Franz giura di essere onesto davanti al suo nuovo amore, Lina.
La promessa ha tutta l’aria di esser persa in partenza, ma noi tifiamo per lui. 8 e ½.

EPISODIO 2:
La Germania prenazista da poco lavoro e Franz finisce per fare lo strillone per il giornale nazionalsocialista. Fassbinder, attraverso lo scambio di battute tra Franz e un ebreo e tra il protagonista ed i suoi ex compagni di politica (di sinistra) “salva” la povera gente che ha supportato il peggiore movimento della storia: tra questi, ora c’è anche Franz, disperato, che lo fa per poter continuare a vivere. Ma la sua donna gli vieta di continuare a vendere quella robaccia e, per amore, lui abbandona il suo mestiere, fiducioso.
Forse si dilunga troppo, forse condisce via troppo in fretta. 7.

EPISODIO 3:
Uno dei migliori episodi: nell’amicizia tra Louders e Franz è riassunta gran parte della poetica fassbinderiana (che si svilupperà meglio nelle prossime puntate, con Reinhold) del rapporto di “forte amicizia” tra uomo e uomo, uomo e donna, uomo, donna. Sequenze eccezionali (la dote o il trucco di Franz nel sedurre le donne, l’incontro con la vedova, il tradimento di Louders e il finale della puntata in cui Mac porta via Lina, che va con lui). 9.

EPISODIO 4:
Franz si è ritirato in un appartamento in una corte e sta chiuso in casa a bere, ed ad osservare il mondo dalla sua finestra, e lo scopre cinico, cattivo, malvagio, fatto solo per i disonesti. La puntata risulta spesso pesante e troppo boriosa anche se la sequenza visionaria della morte della capretta è stupenda, come anche l’entrata in scena di Eva, sua vecchia conoscenza che gli è sempre fedele ed accanto, illuminata come un angelo, unica figura chiara in una fotografia oscura e tenebrosa, in cui il nero nasconde e trascina giù e il rosso angoscia. 7.

EPISODIO 5:
Entra in scena Reinhold, figura chiave e fondamentale per tutto il film. Reinhold è vittima di un’ardente passione per le donne che, però, non riesce a mandar via, una volta stufatosi di loro, così, le da al Franz, comincia uno strano “commercio”. Fassbinder tira fuori tutto il meglio di se ed inizia a mostrare questo particolarissimo rapporto. Ora Reinhold è il debole, e Franz il forte che lo aiuta e consiglia, anche se forse, stà già vincendo l’altro. Fassbinder, lo si sa, è il migliore nel analizzare e mostrare i rapporti umani e la sequenza in cui “passa” Franze ad un amico è un capolavoro, fatto di gesti, di sguardi, di movimenti di macchina sensazionali. 8 e ½.

EPISODIO 6:
“un amore costa sempre caro”. Franz, stufo di venire tradito e di scoprire un mondo disonesto, con incertezza che si tramuta in certezza quando compare Reinhold (che oramai non aiuta più nei suoi traffici e lo “sgrida duramente”) decide di prendere parte ad un furto. Reinhold, innervosito dalla predica che Franz gli fa sull’auto su cui scappano con le merci rubate, con l’impressione d’esser seguiti, lo sbatte fuori dalla vettura: Franz finisce sotto la macchina che, per scherzo e ignorando chi fossero e che cosa avessero appena fatto, lo schiaccia. Perderà il braccio destro (ecco cosa succede a rompere un giuramento) ma non racconterà a nessuno di chi è la colpa, perché del colpevole della sua disgrazia, lui è innamorato. La sequenza in montaggio alternato dell’incidente di Franz è d’antologia. 8 e ½.

EPISODIO 7:
puntata fiacca, torna di nuovo la politica (ciò che in Fassbinder meno funziona, se trattata di petto…)e la sequenza della chiacchierata con le birre e il grappino e quella del viaggio onirico nella via a luci rosse non bastano per renderla piacevole: 5.

EPISODIO 8:
Franz oramai pare perso ma ecco che appare come un sole Mieze in una sequenza da brivido (che strizza l’occhio all’amato Sirk…) e torna, assieme all’amore, la voglia d’esser onesto. Mieze forse è lo specchio di Franz: buona, onesta, ingenua, si prostituisce addirittura per lui, anche se non vuole. Ma come si può vivere, come può portare a casa soldi, uno senza un braccio? Franz si deve nuovamente rassegnare e, per dei clienti della sua Mieze, soffre come un cane. Nel frattempo Reinhold si rinsinua nella vita di Franz, lui stesso, lo va a cercare. All’inizio Reinhold ne ha paura, ma poi scopre che quel menomato non gli può proprio fare niente e si fa furbo, se lo tiene buono. Eva lo mette in guardia, ma lui ancora non l’ascolta. L’amore è cieco, e talvolta anche sordo. 9.

EPISODIO 9:
Di nuovo politica. Unico momento felice, la visita di Franz a Reinhold. 6.

EPISODIO 10:
Ma Fassbinder sa come ritornare alla grande: con la prema sequenza, il discorso sul figlio che Mieze ed Eva vogliono da Franz e che toccherà alla seconda avere perché la prima non può, è un tripudio di cinema in cui colori, attori, regia, musica danno il meglio di loro. 9.

EPISODIO 11:
Franz è schiacciato dal peso della sua inutilità, così torna nella banda a fare il delinquente. Con Reinhold si apre e decide di farle vedere Mieze, lo nasconde sotto al letto, vuole dimostrargli quanto si può essere felici ma, ahimè, appena rientrata, Mieze confessa a Franz d’essersi innamorata di un altro e scoppia una lite furibonda, Franz la picchia e il tutto ricorda il motivo per cui era finito in galera, ma si ferma prima, e il tutto torna rosa. 9 e ½.

EPISODIO 12:
Da una puntata eccezionale ad un’altra, ancora più bella, gioisce vedere così tanta bellezza stilistica e perfezione tecnica, personalissima efficacia narrativa quanto fa male vedere a terra, inerme, la stupenda Mieze, che era di Franz. 10.

EPISODIO 13:
Franz scopre che Eva è incinta di suo figlio e che Mieze è morta. Franz ride perché gliela hanno uccisa, non la tradito lei, e per questo è felice. 8 e ½.

EPISODIO 14:
Fassbinder si cala fin dentro il punto più buio della mente di Franz (e nella sua) e confeziona una puntata straordinaria, visionaria e ricca di riferimenti (Bosch, Bruegel, Dante…) e simbologia ma, soprattutto carica di potenza figurativa e visiva, densa di inspiegabile emotività. Una virata surreale inaspettata che, invece di dispiacere, rende il film ancora più denso e lo chiarisce, assieme ai suoi personaggi. A Franz Bieberkopf è successo questo e quello, a fatto e detto questo e quest’altro, è divenuto così e così ancora, divenuto pazzo, cosciente ricocente ed è finito a fare il portiere.
Una nullità era, nullità rimane e nullità rimarrà, per sempre. 10.

gidizio complessivo: 9.

Sulla colonna sonora

Un grandioso Peer Raben che costruisce un "necessario" sottofondo al film e brani assolutamente azzaccati che non son più colonna sonora ma veri e propri protagonisti nell'ultimo episodio, che variano dalla musica classica alle più grandi avanguardie (dell'epoca) come Radio-activity dei Kraftwerk, gruppo (giustamente) amatissimo dallo stesso Fassbinder.

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