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Cabin Fever

Regia di Eli Roth vedi scheda film

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La recensione su Cabin Fever

di Furetto60
3 stelle

Esordio di Eli Roth. Solo per gli appassionati

Tornando a casa da una battuta di caccia nei boschi, Henry, un eremita, trova il proprio cane morto, con il ventre marcio e corroso da un misterioso virus, incautamente ne viene a contatto e viene contagiato da questa ignota e terribile infezione, che quasi subito gli funesta il corpo e gli sfigura il volto procurandogli atroci dolori. Nel frattempo, un gruppo di cinque amici , Jeff, Marcy, Paul, Karen e Bert decide di trascorrere una breve vacanza in un isolato cottage di montagna, guarda, guarda, proprio nei paraggi ove è avvenuto l’episodio di cui sopra. Jeff e Marcy fanno coppia, mentre Paul segretamente innamorato di Karen non ha ancora trovato il coraggio di dichiararsi, Bert invece infantile ed esuberante è propenso a cacciarsi nei guai. Giunti in loco, i cinque amici fanno provviste nella vicina cittadina, presso un market gestito da strambi individui e dove incontrano alcuni curiosi personaggi, tra cui Dennis, un biondo ragazzino autistico, con la vocazione a dare morsi a chi gli si avvicina troppo e il vecchio proprietario di un negozio di alimentari, intento a pulire un fucile che sta mettendo a punto "per i negri". Arrivati al cottage Jeff e Marcy si chiudono in camera da letto per fare sesso, Paul e Karen fanno un giro in barca nel lago lì vicino e Bert va in giro per il bosco con un fucile per dare la caccia agli scoiattoli. Qui il ragazzo accidentalmente spara ad Henry, che già è ridotto male per la malattia contratta, ferendolo di striscio, ma invece di soccorrerlo scappa via e non racconta nulla ai compagni. Quella sera, i cinque amici si riuniscono davanti ad un falò, come da copione consunto, e si raccontano storie raccapriccianti, nel mentre vengono raggiunti da un giovane di nome Justin, che ama farsi chiamare "Grimm" accompagnato da un aggressivo cane di nome Dr. Mambo , Justin vuole unirsi a loro, solo che viene a piovere e tutti sono costretti a rientrare per ripararsi. Poi però bussa alla loro porta, Henry, ormai ridotto ad una larva d’uomo, deturpato da questa strana forma di necrosi dei tessuti, in cerca di aiuto. Spaventati dal suo aspetto, i ragazzi invece di prestargli soccorso, prima lo cacciano via e poi visto che lui insiste gli danno fuoco, Di lì a poco, Karen inizia a presentare i nefasti segni della malattia. Terrorizzati dall’idea di essere contagiati, i ragazzi pensano bene di rinchiuderla in un capanno, per evitare contatti pericolosi, Jeff scappa via e Bert si accorge di presentare le stesse piaghe.
La situazione precipita rapidamente e sulla storia stendiamo a questo punto un velo pietoso. Leggo da più parti che questo esordio di Eli Roth, avrebbe fatto il botto grazie anche a dotte citazioni e rimandi vari e allora mi chiedo cosa si intende per horror e cosa ci si aspetta da un buon film horror. Secondo Wikipedia “ L'orrore, detto anche con il termine  horror derivante dal latino horror,  è un genere che mira a suscitare nel lettore o spettatore sentimenti di spavento e orrore” Ora è evidente che ciò che riesce a sollecitare una siffatta reazione emotiva, dipende completamente da chi guarda. In pratica la faccenda è del tutto soggettiva. Per tornare a bomba sul film “de quo”, ricco di scene truculenti e splatter, con una sceneggiatura inesistente, che spesso sfiora l’involontario ridicolo e una trama che fa acqua da tutte le parti, ammetto di provare un senso di ripulsa e fastidio e nessun’altra emozione. Secondo la mia personale visione l’horror è qualcosa di sottile e subdolo, diciamo “psicologico” è l’imponderabile, l’imprevedibile, qualcosa che non si vede, ma si insinua intimamente e si “percepisce” nel profondo, una sensazione di spaesamento e smarrimento, che nasce da situazioni oscure e ambigue, da paure ancestrali e soprattutto dal timore della morte. Ma squartamenti, torture o quant’altro viene proposto da questo regista che ha firmato anche “Hostel" e i suoi  scellerati seguiti, non fanno parte del mio personale concetto di horror. A meno che  non mi trovi di fronte ad un film di Tarantino, dove  la cifra stilistica dell’autore è tale, che anche la violenza più ostentata e gratuita, diventa tollerabile.

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