Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Un ragazzo arriva in ritardo a scuola a causa del padre ubriaco di prima mattina e si ritrova nei guai col preside. Un ragazzo, sempre sorridente e appassionato di fotografia, gira per il liceo scattando foto ai compagni e sviluppandole. Una ragazza, bruttina sodo, sola ed insicura, si vergogna a fare ginnastica con gli shorts come le compagne e viene rimbeccata dall'insegnante. Un ragazzo, giovane promessa del football, è impegnato con una compagna di scuola ma è "desiderato" da altre tre ragazze snob e bulimiche. Altri due ragazzi, poco socievoli e tristi, sono bersagliati dai compagni: uno di loro suona il piano, l'altro è appassionato di armi e insieme ordinano dei fucili tramite Internet. E' solo il preambolo di una tragedia, una tragedia molto simile a quella della Columbine High School...
Girato con quasi tutti attori non professionisti, Van Sant spacca nettamente in due il suo film indipendente: un'ora per presentare un gruppo di ragazzi di un liceo americano, con tutte le loro paure, insicurezze, turbamenti; un quarto d'ora in cui si scatena l'orrore e si consuma una strage. Ma quale dei due è il vero orrore? La strage o i tanto piccoli quanto inascoltati problemi di praticamente tutti i giovani, a simboleggiare che ognuno di loro avrebbe potuto effettuare quel piano efferato?...
Van Sant non giudica e non permette nemmeno allo spettatore di farlo: lenti piani-sequenza e le riprese costantemente effettuate da dietro le spalle dei personaggi impediscono di identificarsi con qualcuno e inducono ad osservare da fuori il cosiddetto "elefante nella stanza" di ogni studente, ossia il grande problema che nessuno riesce a vedere.
Impossibile tifare per qualcuno, impossibile trovare una spiegazione, impossibile prendersela (come Michael Moore in Bowling a Columbine) col traffico delle armi; semplicemente, l'elefante di qualcuno, prima o poi, se non "visto" in tempo, si materializza e fa scoppiare la stanza.
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