Regia di Samira Makhmalbaf vedi scheda film
Oramai sono diventati una vera e propria famiglia e "potenza" cinematografica, capace di imporre il loro marchio a livello internazionale trovando dovunque il favore e l’accoglienza benevola di buona parte della critica e dei direttori dei maggiori Festival cinematografici che fanno a gara per accaparrarsi i loro titoli! Facciamo riferimento alla "Makhmalbaf Film House" (padre Mohsen, figlia maggiore Samira, sorella minore Hana ed il resto della famiglia Makhmalbaf!) che brevettando l’idea di "un cinema senza frontiere" (macchine da presa puntate su territori lontani, sconosciuti ed abbandonati del nostro pianeta) hanno lanciato la "moda" del film edulcorato, patinato e politically correct che si fa paladino delle ingiustizie umane. Ed anche "Alle cinque della sera" di Samira Makhmalbaf (Premio della Giuria al Festival di Cannes 2003), viaggio in una Kabul distrutta dalla guerra e dove a fatica la popolazione cerca di ricominciare a vivere tra antiche tradizioni, tabù e modernità, è l’elegante e perfetto "compitino" di una cineasta che, pur motivata da sincero spirito di testimonianza critica e civile, scivola in una fredda didattica sui mali, problemi e gravi responsabilità che hanno spinto un paese dimenticato (l’Afghanistan) sull’orlo del precipizio. Attori non professionisti, precise cronache di vita quotidiana, lucida ed attenta analisi di situazioni politiche e comportamentali di stretta attualità sono i restanti "ingredienti" di un film che nella sua insistente volontà di testimoniare il reale paradossalmente risulta falso, didascalico e profondamente cupo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta