Regia di Gore Verbinski vedi scheda film
Remake ben fatto e godibile del giapponese "Ringu".
Ha il merito di riuscire a coustruire un'atmosfera abbastanza inquietante, proponendo un cast tutto sommato buono (anche se il padre del bambino qui sembra uno sbarbatello e non ha conoscenze paranormali come nell'originale); Verbinski dimostra di conoscere bene il linguaggio cinematografico, mettendo in scena delle sequenze innegabilmente riuscite, come quella in cui Naomi Watts osserva dal balcone le finestre dei vicini mostrando i televisori. Anche il montaggio rapido (quasi subliminale) prima dei titoli di coda è efficace e chiude molto bene il film. La figura di Samara (ex-Sadako), poi, è davvero affascinante e drammatica: come nell'originale, la bambina è vittima dei suoi stessi poteri, e dell'incomprensione da parte degli/lle adulti/e, in particolare di coloro che più di tutti/e avrebbero dovuto comprenderla (ovvero le figure genitoriali, qui entramb* adottiv*).
Detto ciò, bisogna però sottolineare come, rispetto all'originale, questo remake a distanza (troppo) ravvicinata risulti evidentemente inferiore, vuoi per i dialoghi di tanto in tanto banali, vuoi per il senso di deja'vu che traspare dalla pellicola (specialmente per coloro che hanno visto l'originale ed eventualmente la parodia in "Scary Movie 3"). La pecca principale del film è probabilmente identificabile con l'operazione di americanizzazione del materiale giapponese, e infatti alla tradizione forse mitologica che dava forza e sostanza al film di Nakata (e relativo sequel) qui subentra invece un senso di vuoto e di indecifrabilità non comprensibile (come incomprensibile è il cambio di nome da Sadako in Samara) e l'eccesso di "spiegoni" (troppi i flash delle immagini della VHS).
Comunque, un remake di buona fattura, piuttosto consigliabile per una visione "horror" più leggera e tranquilla, ovviamente dopo aver recuperato l'originale "Ringu" e sequel di Hideo Nakata.
Voto: 7-
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