Regia di Mario Bonnard vedi scheda film
Una ragazza, per evitare il matrimonio con un uomo che non le interessa, mostra al padre il bambino che ha avuto dal ragazzo che le piace. Quest’ultimo è anche più stupito del padre, ma la verità viene presto a galla: il piccolo è figlio di un’amica.
Le distanze sociali e morali che intercorrono fra questa pellicola e i giorni nostri sono a dir poco siderali: matrimoni combinati e figli della colpa sono argomenti poco spendibili nel ventunesimo secolo, che rimandano a contesti lontani o realtà remote; nel 1939 però una commedia come Papà per una notte – da un testo teatrale di Jean de Letraz, con una sceneggiatura di Michele Galdieri – rischiava addirittura di passare per ardita, fra ammiccamenti a palesi intercorsi sessuali e femmine indisciplinate e ribelli nei confronti dell’autorità paterna. I toni rimangono comunque bassi e leggeri per tutti gli ottanta minuti dell’opera, anche perché nessuna licenziosità sarebbe stata permessa dalla ferrea censura di regime, e il lieto fine è prevedibilmente garantito. La messa in scena non è granchè fantasiosa e presumibilmente i mezzi a disposizione sono limitati; apprezzabile il cast, che vanta le presenze fra gli altri di Sergio Tofano, Clelia Matania, Ugo Ceseri, Carlo Romano e Leonardo Cortese. Per il navigato Mario Bonnard, mezzo secolo di età, la metà del quale trascorso dietro la macchina da presa, questo dev’essere stato un impegno di tutto riposo. 3,5/10.
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