Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Rusty (Matt Dillon) è un ragazzo che continua a mettersi nei guai, partecipando a delle risse per strada e trascurando la scuola. Suo padre (Dennis Hopper) è un avvocato disoccupato e alcolizzato. Suo fratello (Mickey Rourke) invece è "quello della moto", appena tornato dalla California e considerato da tutti una specie di mito.
Una fucina di talenti in erba per questo film di Francis Ford Coppola del 1983 (oltre ai già citati Rourke e Dillon appaiono anche Nicolas Cage, Chris Penn, Diane Lane ecc...). La storia è tratta da un bel romanzo di Susan Eloise Hinton, scrittrice americana che ha raccontato le "guerre" tra bande dei sobborghi americani, carpendo perfettamente - lei donna - la psicologia di ragazzi cresciuti nel disagio e pronti in ogni momento a menare le mani. Coppola deve essere rimasto colpito dai romanzi della Hinton, tanto da sfruttarli per ben due film (oltre a Rusty il selvaggio, il regista aveva già rappresentato I ragazzi della 56ª strada, altro romanzo cult della scrittrice americana). Detto questo, Rusty il selvaggio sembra un film riuscito solo a metà, dove i personaggi risultano piuttosto piatti e bidimensionali. Ad essere fuori fuoco, più di tutti, proprio il fratello del protagonista, non certo per l'interpretazione di Rourke (buona) ma per le evidenti difficoltà incontrate dal regista nel dare volto a un personaggio complesso - nel romanzo mezzo filosofo e mezzo teppista - e che nel film non si capisce bene chi sia. Per il resto la visione ha un andamento discontinuo, sufficientemente interessante ma che non prende mai davvero quota, nonostante le capacità tecniche di Coppola, ben evidenti. Va detto che la Hinton scrisse insieme al regista la sceneggiatura del film.
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