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Abigail

Regia di Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett vedi scheda film

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La recensione su Abigail

di maghella
5 stelle

Inventarsi qualcosa di nuovo nel genere horror è veramente (ma veramente) difficile.

Si è già visto di tutto, e quello che ha funzionato è stato rivisto all’ennesima potenza. Saghe intere su bambole assassine, serial killer mascherati, case indemoniate, sequel, prequel, mockumentary su qualsiasi strega presunta o no. 

Tutto è stato detto, scritto, visto, girato e pensato. Per questo quando ho visto il trailer di Abigail, sono rimasta incuriosita per l’intuizione di inserire una bambina vampiro in una situazione non consueta alle solite sceneggiature di film commerciali.

Alisha Weir

Abigail (2024): Alisha Weir

Sia ben inteso questo è un film commerciale, sicuramente rivolto ad un target giovane, assuefatto alle serie di successo delle piattaforme più conosciute, il suo linguaggio è quindi quello “facile”, senza troppe pretese, ben confezionato, con alle spalle una produzione che non bada a spese, recitato in maniera approssimativa e superficiale (dalle mie parti si dice “fatto con l’accetta).

Su tutto questo magma di superficialità aleggia la figura di Abigail, che fa slittare da 1 palluccia a 3 (scarse…forse 2 e mezzo) il film.

La vera novità della storia è l’incipit: non sono i soliti ragazzi scanzonati ad entrare nella magione vampiresca, ma ben 6 banditi che rapiscono e portano in una villa isolata (un castello ad essere sinceri) una bambina, che abbiamo visto poco prima ballare il Lago dei Cigni. I banditi non si conoscono l’uno con l’altra e hanno accettato l’incarico perché in gioco ci sono moltissimi soldi. I banditi non sanno nemmeno di chi è la figlia la bambina che hanno rapito, il loro compito è quello di rimanere con lei 24 ore nel castello e aspettare che il padre paghi il riscatto. Chi ha commissionato il rapimento li priva dei cellulari e li lascia in balìa del loro destino.

Mi è chiaro da subito che loro saranno il cibo per la bambina vampira, mi diverto a scommettere con me stessa chi verrà mangiato per primo e come. Anche se sulla carta sono "banditi", il loro atteggiamento è quello consueto dei soliti "ragazzi scanzonati" di cui sopra, perciò sulla prima vittima vinco facile, ho visto troppi film horror per non sapere che solitamente è il più sbruffone a fare una brutta fine per primo, sulla seconda vittima invece mi sono sbagliata, mi hanno ingannato alcune smancerie che si era scambiato con quella che è una specie di protagonista.

Naturalmente l’unica che merita tutta la mia attenzione è la piccola Abigail che gioca come il gatto con il topo con questi cretinotti di passaggio.

La specie di protagonista è Joy (Melissa Barrera), un medico con un passato da tossica, che ha un istinto materno in eccesso, tale da entrare in empatia con la dolce e assetata di sangue Abigail.

Melissa Barrera

Abigail (2024): Melissa Barrera

Questo aspetto sentimentale cozza in maniera evidente con tutto il tono del film che non riesce mai a decidersi cosa voglia essere. A volte sembra una puntata di Scooby Doo, in alcuni punti cerca di trovare atmosfere gotiche, poi quando i personaggi scambiano 3 o 4 battute di fila, la sceneggiatura crolla sotto a dei dialoghi improbabili e ridicoli.

Inutile dire che il carosello finale è l’inevitabile duello tra il cattivo (che ovviamente non può essere la mia adorabile vampirina) con le 2 eroine alleate. Un duello che dura veramente troppo, per lasciare il posto infine ad una specie di colpo di scena che risulta quasi fumettistico per quanto è grottesco. 

Di solito diffido dalle regie in coppia, soprattutto sui film di genere, perché (a meno che non siano i fratelli Taviani) solitamente non riescono mai ad avere una personalità definita, e finiscono per essere  un insieme di soluzioni ottenute per avere un risultato che possa accontentare un po’ tutti. 

In questo caso poi la regia è veramente scarsa, senza nessuna iniziativa, senza azzardare ma adagiandosi su cose già viste e di sicura presa. Credo che Abigail abbia tutte le carte in regola, però,  per poter diventare il primo film di una saga, così come fu per Annabelle o per The Nun. 

L’unico vero pregio di questo film è infatti il personaggio di Abigail, la vampira che ama danzare e che è affamata di affetto, che si diverte a giocare con le sue vittime prima di mangiarle, che conosce tutti i trucchi del mestiere ma che sa rispettare un patto, anche se stipulato con un semplice “giurin giuretto”. Ad impersonare la vampira è una bravissima Alisha Weir, attrice irlandese di 15 anni, ballerina e cantante, proviene dal mondo del musical, ma ha saputo dare alla sua vampira il giusto carisma che il personaggio meritava. La giovane attrice fa scomparire tutto il resto del cast, che è per lo più dozzinale.

Alisha Weir

Abigail (2024): Alisha Weir

Il film è dedicato ad Angus Cloud, attore morto a 25 anni nel luglio dell’anno scorso per overdose, questo era il suo secondo film.

 

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