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Debito di sangue

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Debito di sangue

di 79DetectiveNoir
7 stelle

 

Ebbene, oggi vi parliamo di Debito di sangue (Blood Work) di e con Clint Eastwood. Regista e attore magnifico da noi spesso già giustamente glorificato.

Siamo infatti recentemente reduci, folgorati, dal suo ultimo, ennesimo, grande film monumentale, ovvero Richard Jewell.

Film purtroppo, a eccezione fatta della candidatura a Kathy Bates, totalmente ignorato alla scorsa edizione degli Oscar. Malgrado, difatti, le ottime critiche ricevute, Richard Jewell fu apertamente escluso e ignorato dai premi più importanti della scorsa stagione poiché, erroneamente, etichettato come cosiddetto film minore all’interno della ricchissima, inesauribile filmografia di Eastwood.

Inoltre, non reputato all’altezza dei suoi massimi capolavori come Gli spietati o Gran Torino.

Ecco, la domanda che vi porrei è questa: voi credete davvero che, nello strepitoso e coerentissimo excursus cineastico di Eastwood, possano esistere pellicole definibili minori?

No, non esistono. Tutt’al più, esistono film suoi che non toccano vertici di perfezione stilistica e di potenza emotiva, drammaturgica e/o narrativa pari, per esempio, a quelli appena sopra menzionativi ma nessuna opera di Eastwood è irrilevante e non si può, per nessuna ragione al mondo, sminuirla o catalogarla con superficialità riduttiva e schematica entro un archivio e un compartimento stagno, cioè non possiamo permetterci di trascurarla o snobbarla, dunque nemmeno la si può  giudicare e classificarla come meno importante rispetto ad altre.

Debito di sangue non è quindi, alla stessa maniera di Richard Jewell, nient’affatto un film minore, anzi, tutt’altro.

Tratto dall’omonimo romanzo di Michael Connelly, sceneggiato da Brian Helgeland, già lodato writer al servizio di Eastwood per lo splendido, osannato Mystic River, Debito di sangue dura un’ora e cinquanta minuti circa e uscì da noi, distribuito dalla Warner Bros, il 22 Novembre del 2002 dopo che fu velocemente presentato, nella sezione Fuori Concorso, al Festival di Venezia.

Trama:

il detective profiler oramai in pensione, Terry McCaleb (un Eastwood in versione Callaghan un po’ attempata), subisce un infarto dopo aver vanamente inseguito un uomo pericolosamente aggiratosi vicino ai luoghi di un macabro assassinio.

L’uomo, col volto mascherato, fugge però sveltamente e impunemente nella notte lugubre del più torbido mistero e da McCaleb non è purtroppo, sciaguratamente, né identificato né acciuffato.

A McCaleb viene trapiantato il cuore di una donna. Per l’esattezza della sorella (Wanda De Jesus nei panni di Graciella Rivers) di una donna messicana trucidata a sangue freddo durante una rapina avvenuta in un minimarket.

Ecco dunque il significato del metaforico titolo italiano. Il debito di sangue è quello che McCaleb sente a livello ventricolare, metafisico e corporale, di dover estinguere e asciugare in cuor suo per fermare la ferita dissanguante di un’anima altrui oramai spenta nella morte cardiaca d’un battito vitale bruciato e tragicamente asperso nel dolore d’una perdita incolmabile.

Cosicché, McCaleb ritorna a indagare, nel suo tempo libero, su un serial killer che da tempo immemorabile lo sta ossessionando ma che mai è riuscito a consegnare alla giustizia.

 

Fotografia vintage di Tom Stern, un incipit mozzafiato e sensazionale, un film bellissimo, una storia di detection particolare e unica sorretta dal carisma, recitativo e non, di un Eastwood grandioso e per cui ogni interprete, fra cui spiccano le presenze di Anjelica Huston e soprattutto di Jeff Daniels, contribuisce a rendere preziosa.

Una cupa e al contempo romanticamente dolcissima, struggente e tenebrosa, irresistibile vicenda di sotterfugi e notturne indagini, inebriata e permeata da un robusto sapore attoriale buono come il vino stagionato.

Debito di sangue è un’imperdibile, cinematografica, suadente amalgama d’annata.

 

 

di Stefano Falotico

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