Espandi menu
cerca
Le vacanze di monsieur Hulot

Regia di Jacques Tati vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Eliaabbondanza

Eliaabbondanza

Iscritto dal 10 gennaio 2019 Vai al suo profilo
  • Seguaci 37
  • Post -
  • Recensioni 25
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le vacanze di monsieur Hulot

di Eliaabbondanza
10 stelle

Gli anni'50 sono stati un decennio fondamentale per la cinematografia mondiale. Prendiamo ad esempio il 1953: in America due generi tradizionali come il noir e il western sono stati rivoluzionati da due grandi registi come Fritz Lang e Nicholas Ray,che hanno firmato due pellicole innovative e provocatorie( Il grande caldo e Johnny Guitar), mentre Howard Hawks ha immortalato il sex appeal di Marilyn Monroe e Jane Russell in una commedia musicale folle e scatenata( Gli uomini preferiscono le bionde); spostandoci verso l'Oriente troviamo due capolavori della settima arte, due vetuste colonne quali Viaggio a Tokyo ( di Y. Ozu) e I racconti della luna pallida d'agosto( di M.Nagata); in Italia Roberto Rossellini ( uno dei maggiori esponenti del neorealismo) ha diretto la moglie Ingrid Bergman in Viaggio in Italia, dandole l'occasione di dar vita ad un interpretazione intensa ,struggente, memorabile; e in Francia Jacques Tati ha creato Monsieur Hulot, dando vita ad un immortale opera comica,potente e disarmante. Ragazzi: che personaggio! Unico, imprevedibile,inimitabile!

Non era la prima volta che Tati appariva davanti ( e dietro) la macchina da presa: in precedenza era gia' stato l'autore di un paio di cortometraggui ( andati poi perduti) , mentre nel 1949 era uscito il delizioso Giorno di festa, suo riuscitissimo esordio nel lungometraggio. In questa sua opera prima l'autore comico si era ritagliato il ruolo di Francoise, stralunato e buffo portalettere che ,nonostante le varie analogie con Hulot, era pero' ancora privo dei dettagli e delle caratteristiche che renderanno Tati e il suo personaggio celebri  in seguito( caratteristiche che nasceranno,prenderanno vita definitivamente con questo Le vacanze di monsieur Hulot, e che trasformeranno Tati in una vera e propria icona del cinema francese), ovvero: cappelletto floscio in testa,pantaloni corti,pipa,camminata in punta di piedi,schiena china in avanti,cordialità ed educazione esasperati , raffinatezza, e prontezza nell' aiutare,ringraziare e salutare chiunque si aggiri nei dintorni! Con la sua stravagante maniera di muoversi, di gesticolare, e di rapportarsi con il mondo che lo circonda, e con la sua capacità di creare(accidentalmente) piccoli grandi disastri senza il benché minimo ricorso alla violenza o alla volgarità degli stereotipi , Hulot riesce a imprimersi indelebilmente nella memoria dello spettatore (che durante la visione della pellicola impara ad amarlo e ad ammirarlo senza condizioni e senza riserve !), che il film piaccia oppure no: la sua personalità è cosi dirompente,travolgente,affascinante da andare oltre le pur tante virtù della pellicola, bucando lo schermo con un incisività ammirevole. Confermando la coraggiosa scelta stilistica del muto( assolutamente anticonformista in un epoca in cui la comicità si basava quasi completamente sul dialogo, sull'equivoco verbale,sulla battuta,e quasi mai sul movimento corporeo: ricordiamoci che già nel 1936 Charlie Chaplin aveva riscontrato non poche difficoltà nella realizzazione del "non parlato" Tempi moderni, inizialmente ritenuto sorpassato e antiquato) e riducendo le parole al minimo indispensabile, mantenendosi lontano dalla farsa e dalla risata facile di grana grossa, e dimostrando ancora una volta il suo gusto per l'assurdo e per il surreale( pur riallacciandosi sempre ad una realtà sociale ben riconoscibile) ,Tati dimostra di essere in possesso di un linguaggio cinematografico del tutto controcorrente, molto maturo ed estremamente personale, nonche' di una cifra stilistica ambiziosa e perfezionista. Per cui non si accontenta di avere tra le mani una caratterizzazione eccezionale ( una vera e propria forza della natura) come quella di Hulot, non gli basta costruire un esile canovaccio ( come avrebbero fatto molti suoi colleghi) contando esclusivamente sulle sue innate doti da clown, tutt'altro: Il cineasta francese ha infatti il merito( non trascurabile) di riuscire ad utilizzare la sua " creatura" non solo come meccanismo comico, ma anche come oggetto di metafora della società a lui contemporanea ,della difficoltà di integrazione all'interno di essa, e dei rapporti umani che intercorrono tra i suoi componenti , arrivando a fare un discorso sul mondo per nulla scontato o banale, sganciando inoltre un feroce attacco alla borghesia( che ignora e disprezza Hulot, nonostante la sua buona volontà, e la sua voglia di stringere amicizia e di rapportarsi con gli altri), stupida( vedasi a tal proposito la sequenza della ginnastica,dove un gruppo di " aspiranti atleti" rimane,in seguito al fischio dell'istruttore,in una posizione scomoda e innaturale senza battere ciglio e senza dire una parola! ),arrogante( al momento del commiato,terminate le vacanze, nessuno saluta il povero Hulot, tutti gli voltano le spalle, tutti tranne una vispa signora inglese e un simpatico uomo di mezza età, gli unici due elementi a non far parte del gruppo dei borghesi, gli unici capaci di restare fuori dal coro e di ragionare con la propria testa: amara riflessione sulla difficoltà dell'essere diversi, e sulla condizione che sono costretti a vivere gli elementi della società aventi questa caratteristica , una caratteristica che li porta a non essere considerati e a non essere accettati all'interno di nessuna comunità, e questo solo perché differenti da tutti gli altri... in un pianeta cinico, meschino e materialista, Tati sposta la sua attenzione sui disadattati, incompresi perchè candidi e  puri di cuore, emarginati per la difficoltà che provano nel vivere in una terra che non è la loro: essi sono fuori dalla normalità e dalla quotidianità, e rappresentano l'unica speranza per un futuro alquanto incerto,dominato dall'avidità ,dalla tecnologia e dalla voglia di progresso, tema che il regista francese tratterà apertamente e con grande efficacia nelle sue opere successive), ricca di pregiudizi,ancorata ai suoi luoghi comuni. Sin dal suo ingresso iniziale al ristorante( dopo esserci giunto su di una macchina antidiluviana, buffa,infantile, cartoonesca) si intuisce che la permanenza di Hulot porterà scompiglio e disordine, ma anche una buona dose di novità, arrivando a rivoluzionare la solita e noiosa routine a cui sono abituati i villeggianti. Già da questa breve scena introduttiva Tati manifesta la sua voglia di stravolgere gli schemi, e lo fa attraverso un perfetto utilizzo delle immagini e una maniacale cura dei particolari, mentre, sotto una superficie che può apparire futile e ovvia( e dietro l'apparenza di una storia in cui apparentemente non succede nulla di concreto) riesce a far emergere,con garbata ironia e affetto,raffinate annotazioni con cui irride (e mette alla berlina )non solo la borghesia,ma anche la vita coniugale( rappresentata dalla coppia anziana: lei con l'entusiasmo e la leggiadria di una ragazza ingenua e sorpresa da tutto ciò che la circonda, lui costretto a seguirla rassegnato annuendo in continuazione per mantenere intatto l'equilibrio di una buona convivenza senza screzi o litigi),la smania di sport( irresistibile la partita di tennis,dove l'inesperto Hulot riesce a battere con grande maestria tutti gli avversari, passando per una volta dalla parte dei vincitori; e graffiante la sequenza dell'equitazione,  dove Tati, seppur involontariamente,si vendica della cosiddetta " gente perbene " che lo snobba) e l'incomunicabilità protagonista dell'era moderna ( sublimi gli annunci ferroviari incomprensibili trasmessi dagli altoparlanti all'inizio), lanciando inoltre uno sguardo lucido,tenero,divertito e disincantato sull'infanzia,con le figure di Gino( il bambino dispettoso,burlone,combinaguai)e dell'infante alle prese con l'ingrato compito di salire una scalinata mentre cinge tra le mani due coni gelato.

Oltre alle sue capacità di osservazione e di descrizione dei caratteri, è impressionante come Tati riesca a ricavare perfino dagli utensili e dai suoni più comuni( suscitando ilarità, per esempio, con il rumore ripetuto di una porta scorrevole), dalle azioni piu insignificanti e dalle situazioni più normali( una tranquilla giornata al mare,i preparativi per un campeggio)o addirittura drammatiche( come quella del funerale) trovate visive geniali, situazioni comiche esilaranti( messe in scena con un uso ristretto e limitato di spazio e oggetti) e notevoli invenzioni registiche( la clientela dello stabilimento rappresentata come un gregge di pecore), arrivando ad inserire più gag in una sola sequenza( chiamando,inducendo lo spettatore a fare molta attenzione per non perdersi neanche uno dei molteplici effetti comici insiti in una scena) e a creare un nutrito esercito di gustose figure di contorno. Infatti,oltre a saper pilotare con grande precisione il suo Hulot, il regista francese ha grande cura per i personaggi secondari, utilizzandoli come punto di unione tra un episodio e l'altro( in modo da non far sembrare slegati i fatti che avvengono nel corso del film),e,nel frattempo,dando con essi vita ad una serie di macchiette molto godibile( come il cameriere,che taglia l'arrosto sottile quando entrano i clienti magri,per poi tagliarlo più spesso quando entra un uomo dal peso imponente; o i due ragazzi attirati dalla bellezza della signorina fascinosa ed attraente, una delle poche ad ammirare i bizzarri comportamenti del protagonista, e l'unica a dar lui l'occasione, accettando il suo invito a ballare, di riconciliarsi con il mondo,di passare una seconda volta nella categoria dei vincitori). Gradevole,orecchiabile e frizzante il commento musicale ; straordinario il pirotecnico pre-finale  con i fuochi d'artificio,superiore ad ogni elogio, così come tutta l'opera di Jacques Tati,  ricca di significati,poetica ed elegante,del tutto priva di cadute di gusto o di ritmo, un opera che, sotto le sembianze di macchina umoristica, nasconde un velo di malinconia e amarezza , fattori capaci di impreziosire ancora di più il tutto, trasformando la pellicola in un capolavoro. Riallacciandomi all'inizio della recensione: in un decennio importante come gli anni'50, Tati riesce a lasciare il segno,a dare il suo immenso  contributo alla storia del cinema,realizzando uno dei film comici più importanti dell'epoca. Chapeau!

Voto:10

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati