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Insomnia

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Insomnia

di rocky85
8 stelle

La luce abbagliante acceca gli occhi e non lascia scampo a chi non è abituato alla vita in Alaska. Intere giornate senza che il sole tramonti, e momenti della notte in cui "è troppo tardi per ieri e troppo presto per domani". L'Alaska diventa quindi un purgatorio perennemente illuminato, nel quale espiare le proprie colpe. Il detective Will Dormer (Pacino) vi arriva da Los Angeles, insieme al collega Hap, per indagare sul caso dell'omicidio di una ragazzina. Con i suoi metodi da mastino e da segugio infallibile, intercetta subito la pista giusta ma durante l'inseguimento del misterioso omicida, nella fitta nebbia boschiva, spara ed uccide per sbaglio (?) il collega Hap. La circostanza che Hap stava per collaborare con gli affari interni che stavano sul collo a lui e Will non è irrilevante. Per Will comincia un calvario di una settimana, alla ricerca di un assassino che ha visto tutto e che lo ricatta, in una landa dove non fa mai notte e che gli impedisce di dormire. Insomnia è la terza opera da regista per Christopher Nolan, forse quella meno personale, diretta su commissione e basata su una storia non scritta nè sceneggiata da lui (remake di un film islandese del 1997). Nonostante questo si tratta di un thriller efficacissimo, teso come una corda dall'inizio alla fine. Nolan dirige in modo impeccabile, grazie all'aiuto della fotografia naturalistica di Wally Pfister contraddistinta da toni accesi e asfissianti, spietata come la luce del giorno che non tramonta mai. Non dà certezze allo spettatore, non gli rivela mai se la morte di Hap è stato davvero un incidente o no. Distrutto dall'insonnia e dalle allucinazioni, lo stesso Will ad un certo punto confessa di non sapere più cosa è successo tra la nebbia. Personaggio dilaniato dalla responsabilità e dai sensi di colpa, Will è il fulcro morale della storia. Gli presta il volto scavato e dolente, gli occhi sempre più chiusi e allucinati, un Al Pacino monumentale in una delle sue più grandi prove di sempre. Si resta a bocca aperta nel vederlo aggredire da mastino infallibile i testimoni e l'assassino, tentare inutilmente di coprire le tendine della stanza d'albergo da dove trapela spietatamente e inesorabilmente la luce, e parlare con un tono di voce sempre più basso e doloroso. Ingiustamente sottovalutata è però la prova d'attore del suo diabolico antagonista, un Robin Williams pacato e che nasconde tutti i dilemmi di una mente malata. Completa il cast una giovane e dolce Hilary Swank, lontana dai ruoli mascolini che l'hano resa famosa. Sequenza finale meravigliosa: scontro epocale e furente, e finalmente l'agognato sonno. "Lasciami dormire, lasciami dormire un pò".

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