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Il ritorno di Harry Collings

Regia di Peter Fonda vedi scheda film

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La recensione su Il ritorno di Harry Collings

di scapigliato
8 stelle

I western migliori sono quelli che travalicano il western stesso. Se poi, come faccio io, per western s'intende la desolazione di un paesaggio che diventa un luogo dell'anima in cui buttare uomini e situazioni e vedere quello che combinano, allora il western non viene affatto travalicato ma messo in pratica. Non sono un grande amante, anzi proprio non ho la minima passione per il vecchio western classico, tranne che per pochi titoli fondamentali e imprescindibili. Invece nei '70 si fanno western e Spaghetti-Western che hanno tutto un'altro sapore. Il West diventa il teatro dell'uomo moderno; la frontiera il suo palco, e i pistoleros i suoi attori. E questi, illuminati dalle ribalte di un sole sempre a picco, portano in scena il romanzo della vita: il viaggio, la libertà, l'amicizia, il sesso, la violenza. Tutti elementi che amalgamati tra loro formano l'uomo e il suo mistero. L'ambiziosissimo film di Fonda è un bellissimo quadro in movimento in cui l'elemento importante è la suggestione che l'ambiente sa riflettere sui personaggi, e attraverso loro, anche sullo spettatore. La bambina morta nel fiume, la secca brutalità della prima vendetta, il viaggio nel deserto, la musica anacronistica (come in Peckinpah), il finale veloce e quasi appiccicato, e il volto di Warren Oates sono tutti elementi ed espedienti per costruire un film di genere che supera il genere. Non si parla più di mandriani che creano una nazione, fortunatamente! Si parla di uomini in crisi, di fughe e di sogni, di illusioni infrante nella e con la violenza, di donne che sanno amare, ma di uomini che vogliono scappare. Anche l'amicizia trova uno spazio inusuale in una storia d'amore bucolica, come potrebbe sembrare inizialmente quella tra Peter Fonda e sua moglie. Lo dice bene proprio quest'ultima, inquadrando l'amico del marito come colui per il quale il marito scappò anni prima. Una specie di amante inconsapevole, sia perchè i due uomini non si conoscevano ancora, sia perchè nel film Warren Oates non è l'amante di Peter Fonda! Ma l'uomo cerca un suo simile con cui trovarsi bene, con cui condividere un sentimento che va oltre il cameratismo, ma che si ferma prima del sesso. Il sesso è prerogativa naturale del rapporto uomo e donna, e il film di Fonda è audace anche ad ipotizzare, benchè lievemente, che il rapporto uomo-donna si fermi al sesso, mentre i sentimenti, le emozioni del cuore e la necessità di essere importante a qualcuno vengano inseriti esclusivamente nel rapporto amicale tra uomo e uomo. Tant'è che i ritorni di Harry Collings sono tre: il ritorno dalla moglie, il ritorno dall'amico e all'avventura, alla libertà, al viaggio del vagabondo (Easy Riders), e il terzo ed ultimo ritorno è nuovamente quello dalla moglie, anche se da morto, ma atto a chiudere un cerchio, forse quello della vita; forse quello dei soli sentimenti.

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