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La regola del gioco

Regia di Jean Renoir vedi scheda film

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claudio1959

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La regola del gioco

di claudio1959
10 stelle

X Francois Truffaut il miglior film di tutti i tempi.

locandina

La regola del gioco (1939): locandina

La regola del gioco Francia 1939 la trama: Un caravanserraglio, un turbinio di amori, tradimenti intrecci di relazioni si intrecciano tra padroni e domestici nella villa del marchese di Chesnay che decide di lasciare l’amante storica, per riconquistare la moglie Christine a sua volta corteggiata da due pretendenti. La recensione: Jean Renoir gira un film straordinario il ritratto di una società allo sfacelo, un tutti contro tutti, dove il disprezzo è il sentimento più in voga. Una classica commedia degli equivoci del vorrei ma non posso e forse non riesco, di un realismo unico e finissimo, dialoghi taglienti e battute al curaro contraddistinguono le varie vicende che si intrecciano. Tutti si nascondono dietro una facciata ipocrita, non si salva nessuno, tutti hanno lo stesso comportamento a parte forse Octave interpretato dal regista stesso Jean Renoir, che tenta di essere l’ago della bilancia il frangiflutti delle varie situazioni. L’ipocrisia regna sovrana celata da una maschera, la regola del gioco non scritta è che tutti recitano in modo ambiguo. Il marchese padrone di casa è apatico, quasi melenso indeciso su tutto, non sa chi scegliere tra amante e moglie , preda di un carattere fragile e manipolabile. La realtà è un grande sfacelo morale, la vita è desolante e vuota di valori, poco contenuto, molta apparenza, una grande illusione, una imitazione della vita, mi è piaciuta molto la servetta, Lisette interpretata da Paulette Dubost che nel corso del film tradisce il marito,un guardacaccia seguendo i suoi impulsi e pruriti sessuali cedendo alla corte di chi gli piace, Il personaggio più onesto e vero di tutto il film. Jean Renoir in questo film molto simpaticamente riesce a dipingere l’apatia, riesce a materializzarla, con il suo magico tocco d’autore. Un film veramente notevole giustamente considerato un capo d’opera del cinema mondiale da vedere rigorosamente nell’edizione restaurarla da Renoir stesso nel 1959. Voto 9 Nora Gregor: Christine de la Cheyniest (La Chesnaye) Paulette Dubost: Lisette, la cameriera Mila Parély: Geneviève de Marras Odette Talazac: Madame Charlotte de la Plante Claire Gérard: Madame de la Bruyère Anne Mayen: Jackie, nipote di Christine Lise Élina: Radio-Reporter Marcel Dalio: Robert de la Cheyniest (La Chesnaye) Julien Carette: Marceau, il bracconiere Roland Toutain: André Jurieux (Jurieu) Gaston Modot: Edouard Schumacher, il guardacaccia Jean Renoir: Octave Pierre Magnier: il generale Eddy Debray: Corneille, il maggiordomo Pierre Nay: St. Aubin Richard Francoeur: Monsieur de La Bruyère Léon Larive: il capo-cuoco e inoltre, anche se non citati nei titoli di testa,: Roger Forster: un invitato, il dandy Nicolas Amato: un invitato, il sudamericano Tony Corteggiani: Berthelin Henri Cartier Bresson: William, il domestico inglese André Zwobada: l'ingegnere della "Caudron" Marguerite de Morlaye: un'invitata Camille François: lo speaker Jenny Helia: Germaine, una domestica Jacques Bouvais: il maitre d'hotel Marcel Merlac: Adolphe

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