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Lo sciacallo

Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film

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claudio1959

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lo sciacallo

di claudio1959
8 stelle

Una delle migliori prove di Charles Vanel

locandina

Lo sciacallo (1962): locandina

Jean-Paul Belmondo, Michèle Mercier

Lo sciacallo (1962): Jean-Paul Belmondo, Michèle Mercier

Jean-Paul Belmondo, Stefania Sandrelli

Lo sciacallo (1962): Jean-Paul Belmondo, Stefania Sandrelli

Lo sciacallo L'aîné des Ferchaux ITALIA, FRANCIA - 1963 Come conseguenza di un crack finanziario, un banchiere Dieudonne’ Ferchaux( Charles Vanel) è costretto a scappare dalla Francia con tappa a New York, prima per prendere i suoi soldi depositati in una cassetta di sicurezza in una banca americana con destinazione New Orleans, insieme al suo segretario Michel Maudet(Jean Paul Belmondo) ex pugile assunto all’ultimo momento. il film è tratto da un romanzo di Georges Simenon, adattato per il grande schermo dallo scrittore stesso, autore del soggetto, sceneggiato e diretto in modo impeccabile e con il suo stile asciutto e teso, infarciti di pochi dialoghi, ma tutti funzionali, fotografia a colori franscope, 35 MM di Henri Decae, colonna sonora di Georges Delerue, montato da Claude Durand e Monique Bonnot in modo impeccabile. Il film è incentrato sul rapporto che si crea tra l’anziano banchiere ed il giovane segretario, i contrasti che si creano durante il viaggio, dove cominciano a conoscersi, legati però dal destino che in qualche maniera li unisce. Sono due uomini amorali, diffidenti per natura . Film molto ben diretto da Melville, funziona alla grande come introspezione psicologica dei due personaggi, gli altri fanno da sfondo e vengono usati, come le donne più da possedere, che non da amare, sono i due principalmente persone anaffettive, film di suspence che interessa e non annoia, non ha tempi morti, grazie all’ottimo montaggio. I dialoghi tra i due protagonisti sono la parte migliore del film, ad un certo punto si crea tra i due un’alchimia di coppia talmente forte, da far supporre un pizzico di omosessualità latente. Il film è una commistione riuscita tra il polar francese ed il road movie classico, favorito dai bellissimi spazi sconfinati degli Stati Uniti. Sono due uomini soli, con caratteri diversi che convergono durante il viaggio e tendono a divergere, quando si presenta un elemento esterno alla coppia, come Angie(Stefania Sandrelli) autostoppista che prima gli chiede un passaggio e poi tenta di derubarli dei soldi o come la cantante del bar Lou(Michele Mercier). Tutti i personaggi collaterali alla coppia, sono descritti in modo essenziale e mirabile, con buona cura, il finale sarà altamente drammatico, in linea con la vicenda, che non poteva che finire male ed in modo malinconico e definitivo. La pellicola riflette benissimo tutte le caratteristiche del cinema di Jean Pierre Melville, cinema imperfetto a tratti grezzo, ma realistico e girato con il senso dello spettacolo dei maestri americani che hanno ispirato tutta la carriera di questo grande autore di livello internazionale, che raggiungerà la perfezione con il suo più grande successo di critica e di pubblico “I senza nome”.

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